20/01/2005, 00.00
CINA
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Il governo permette le esequie di Zhao Ziyang

Saranno in forma privata, ma non sono ancora annunciati né luogo, né data,  né ora. Sotto scorta della polizia, alcuni familiari ed amici rendono omaggio alla memoria del leader defunto.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – "Negli ultimi anni abbiamo riformato e semplificato le disposizioni per i funerali ufficiali. Non intendiamo più tenere servizi funebri in memoria dei defunti, ma ci occuperemo solo del corpo. Seguiremo questa linea per il compagno Zhao Ziyang, che era un membro veterano del Partito. Le autorità effettueranno le esequie in accordo con la famiglia di Zhao".

Questo è il testo di una nota rilasciata oggi dall'Ufficio informazioni del consiglio di Stato, con cui si avverte che i funerali dell'ex segretario del partito, caduto in disgrazia dopo Tiananmen, avranno un profilo molto basso. L'impressione nella città è che Pechino permetterà esequie dell'ex segretario del Partito, ma fa di tutto per tenerle nascoste e ristrette al privato.

Il quotidiano Mingpao di Hong Kong ha riportato che, secondo la famiglia, le esequie dovrebbero avvenire al Cimitero rivoluzionario Babaoshan di Pechino, dove vengono spesso seppelliti funzionari medio-alti del Partito comunista. Non è chiaro se qualche leader nazionale sarà presente.

 

Ieri alcune persone sono riuscite a rendere omaggio alla memoria di Zhao; scortati dalla polizia, hanno sfilato davanti ad un ritratto nel cortile della sua casa. Sono stati ammessi solo parenti, amici ed ex colleghi; la pubblica sicurezza non ha comunicato l'identità di queste persone neanche alla famiglia. Chi non ha ricevuto il permesso di sfilare ha affisso messaggi di cordoglio su un muro.

Fra quelli che hanno avuto la fortuna di rendere omaggio a Zhao vi è Ma Shaofang, ex leader del movimento degli studenti dissidenti, che ha dichiarato dalla casa di Zhao: "Sono molto triste che la società non gli abbia dato giustizia".

Altri dissidenti dei tempi di Tiananmen sono stati obbligati dalla polizia a rimanere in casa. L'intellettuale Liu Xiaobo ha dichiarato che la polizia non lo avrebbe lasciato uscire. "Lo so per esperienza", ha aggiunto. Ding Zilin, presidente del gruppo "Madri di Tiananmen" (ha perso il figlio negli scontri del 1989) ha denunciato: "E' venuta qui la polizia in borghese. Non mi hanno fatto uscire né hanno permesso ai media di venire qui".

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