30/09/2014, 00.00
HONG KONG - CINA
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Il leader di Hong Kong chiede la fine immediata delle proteste. Occupy Central chiede le sue dimissioni

di Paul Wang
Iniziato il terzo giorno di Occupy Central. Sit in anche a Yau Ma Tei e Des Voeux Road. Scuole ancora chiuse; chiuse 37 banche. Cresce la solidarietà della popolazione verso i dimostranti. Ieri sera decine di migliaia di persone erano in strada. Stanotte a Mong Kok, un'auto in corsa ha cercato di investire alcuni dimostranti. Molti impiegati del centro accettano le difficoltà di trasporto perché condividono gli ideali di democrazia. "Orgogliosi" di essere di Hong Kong.

Hong Kong (AsiaNews) - Il capo dell'esecutivo di Hong Kong, Leung Chun-ying ha chiesto stamane la fine "immediata" delle proteste pro-democratiche che da due giorni hanno bloccato le vie di maggiore comunicazione sull'isola e a Kowloon. Il movimento democratico, al terzo giorno della campagna di Occupy Central, continua invece a chiedere le sue dimissioni.

Quello di stamane è il primo intervento pubblico di Leung, dopo che gli studenti, in sciopero da una settimana, avevano chiesto un incontro con lui - da lui rifiutato - e dopo che la polizia li aveva attaccati con gas lacrimogeni, spray urticanti, manganelli e idranti.

Proprio questa violenza contro gruppi di giovani indifesi e pacifici ha scatenato un'ondata ancora maggiore di proteste, dando vita all'occupazione di molte zone del centro e della penisola di Kowloon. Ieri sera decine di migliaia di persone si sono riversate in Admiralty, Gloucester Road, Mong Kok, Argyle Street a sostegno dei dimostranti, illuminando la notte con i loro telefonini e la loro solidarietà (v. foto).

Molte persone portano ai giovani frutta e cibo; alcuni hanno perfino piazzato un barbecue portatile per offrire salsicce; piccoli imprenditori portano migliaia di bottigliette d'acqua, sandwich, maschere per ripararsi dai gas lacrimogeni.

La notte scorsa a Mong Kok vi è stato un momento di tensione: un'auto ha cercato di investire un gruppo di dimostranti. L'autista ha poi abbandonato l'auto ed è fuggito.

Stamane i molti che hanno dormito sull'asfalto o lungo i marciapiedi, hanno ripulito le strade dei rifiuti, tanto da meritarsi l'appellativo di "dimostranti più educati".

Il carattere non violento del movimento è evidente, ma non a Leung, che continua ad attribuire agli studenti e a Occupy Central la responsabilità degli scontri con la polizia.

Stesso giudizio ha Pechino che sui suoi media e dai suoi portavoce continua a bollare le dimostrazioni come "attività illegali che minano lo stato di diritto e mettono in crisi l'armonia sociale".

Il giudizio di molta parte della popolazione è l'opposto: Pechino e Leung hanno tradito la fiducia degli abitanti del territorio ingannando il pubblico.  Leung non ha mai presentato ai capi cinesi la reale situazione della popolazione e il loro desiderio di piena democrazia; Pechino ha soffocato questi slanci deliberando una struttura elettiva in cui essa decide i candidati.

Il timore di Pechino è che le spinte democratiche del territorio si diffondano in Cina. Per questo tutte le notizie e le immagini delle manifestazioni di Hong Kong sono censurate sui media cinesi, anche se molti cinesi del continente riescono a conoscere i fatti attraverso alcuni social media.

Quest'oggi, oltre a Central, Wan Chai, Causeway Bay e Mong Kong, vi sono dimostranti anche a Yau Ma Tei e a Des Voeux Road. Anche oggi molte scuole, decine di banche - almeno 37 - e industrie sono chiuse. Per andare a lavorare in Central, dove sono occupate le vie principali, gli impiegati devono camminare per quasi un'ora. Qualcuno commenta: "Questa piccola scocciatura non è nulla perché penso che la causa per cui si sta dimostrando è molto importante... E' bello che la gente mostri che ha a cuore la democrazia".

La mano pesante di Pechino nel bloccare la richiesta di democrazia spinge la popolazione di Hong Kong a unirsi per difendere il loor stile di vita. Helen, che ieri sera era fra i domostranti, afferma: "Siamo orgogliosi di essere di Hong Kong e orgogliosi che i suoi abitanti siano scesi in piazza a difendere la nostra identità che sentiamo profondamente diversa in tutti i sensi, emotivi, culturali, ereditari da quelli che dominano la Cina continentale".

 

 

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