27/06/2018, 09.08
RUSSIA
Invia ad un amico

Il patriarca Kirill elogia il Consiglio mondiale delle Chiese

di Vladimir Rozanskij

Nel suo messaggio augurale per i 70 anni dell’istituzione, egli lo definisce “uno spazio eccezionale di dialogo tra i cristiani di varie confessioni”. L’appello per aiutare i cristiani del Medio oriente e dell’Africa settentrionale, minacciati di scomparire. L’appoggio del Cec al Patriarcato di Mosca e non a quello di Kiev in Ucraina.

Mosca (AsiaNews) - Il patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev) ha inviato un messaggio di congratulazioni per i 70 anni dall’istituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese (Cec), avvenuta il 23 agosto 1948, dopo essere stata posposta a causa della Seconda Guerra Mondiale. La Chiesa ortodossa russa entrò a far parte del CEC nel 1961, su indicazione delle autorità sovietiche che videro in questo un’opportunità di sostegno alla propria politica internazionale.

Rivolgendosi al segretario del Cec, il teologo luterano norvegese Olav Fykse Tveit, e all’intero Comitato Centrale, il patriarca russo ha ricordato che il Consiglio è “la più grande organizzazione ecclesiastica internazionale, e uno spazio eccezionale di dialogo tra i cristiani di varie confessioni”. L’ingresso dei russi nel 1961 avvenne insieme alle altre Chiese ortodosse, dopo che era stata accettata la professione di fede trinitaria per tutte le confessioni partecipanti; come ricorda Kirill, “le nostre preoccupazioni nelle condizioni della Guerra Fredda erano il superamento del conflitto tra Occidente e Oriente, la lotta per la pace e la giustizia nelle relazioni internazionali”.

Nel messaggio si ringrazia il Cec “per la solidarietà che ci avete dimostrato come fratelli e sorelle, nel tentativo di superare le limitazioni della libertà religiosa che erano la conseguenza della politica statale, formatasi sull’ideologia dell’ateismo militante”. Lo stesso Kirill partecipò da giovane vescovo “sovietico” all’assemblea di Nairobi nel 1975, negando pubblicamente che ci fossero persecuzioni religiose in URSS; erano tempi complicati di diplomazia ecclesiastica e Ostpolitik vaticana, quando si permetteva ai dirigenti sovietici di usare la propaganda ecclesiastica per nascondere la persecuzione religiosa.

Il capo della Chiesa russa, del resto, non indulge nella rievocazione di quei periodi difficili e si volge piuttosto alle prospettive future, dove il patriarcato di Mosca ha tutte le intenzioni di essere un protagonista di primo piano. Ammonendo che “le sfide contemporanee non sono meno gravi di quelle del XX secolo”, Kirill sottolinea che “nelle condizioni di progressiva secolarizzazione della società, ci siamo scontrati con una profonda crisi spirituale e morale, conseguenza della perdita della fede e dei valori cristiani tradizionali”, ragione per cui “il mondo si trova sulla soglia di una guerra globale”.

Viene rivolto un appello per l’aiuto ai cristiani del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale, “dove esiste la minaccia reale della totale scomparsa delle comunità cristiane”. È la grande urgenza di cui la Chiesa russa si è fatta carico in questi anni, e che aveva portato il patriarca Kirill allo storico incontro con papa Francesco all’Avana nel 2016. Per questo i russi rinnovano la propria fiducia al Cec, da cui in realtà avevano preso le distanze negli ultimi 20 anni, assumendo una posizione critica nei confronti dell’ecumenismo ufficiale.

L’altra ragione per il riavvicinamento, in conclusione del messaggio di Kirill, è la gratitudine al Cec “per la ferma posizione espressa dal Segretario generale nel suo appello alle autorità statali dell’Ucraina, in difesa della Chiesa ortodossa ucraina” – intendendo quella fedele a Mosca, l’unica considerata “canonica” – “che attualmente è oggetto di discriminazioni e persecuzioni”. L’appoggio del Cec alle ragioni di Mosca in Ucraina, insieme all’appoggio di papa Francesco e dei vertici della Chiesa cattolica, dovrebbe garantire ai russi una pressione sufficiente a impedire il riconoscimento dell’autocefalia ucraina (Patriarcato di Kiev) da parte di Costantinopoli, la questione più “incandescente” nei rapporti inter-ortodossi degli ultimi mesi.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Konstantin Sigov: La Chiesa a Kiev, carità locale e cristianesimo mondiale
22/12/2018 08:06
La prima intervista di Epifanyj, metropolita di Kiev
21/12/2018 08:17
Chiesa ucraina autocefala: una storia che dura da 100 anni (Scheda)
17/12/2018 08:54
Epifanyj è il primate della nuova Chiesa ucraina autocefala (Video)
17/12/2018 08:21
A Kiev il Concilio di unificazione della Chiesa ortodossa autocefala (Video)
14/12/2018 08:07


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”