02/10/2019, 08.53
IRAQ
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Irakeni in piazza contro corruzione e disoccupazione: 2 morti e oltre 200 feriti

Le forze di sicurezza hanno usato cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e proiettili per disperdere i manifestanti. La capitale epicentro della protesta, estesa poi ad altri centri. Nel mirino “l’accozzaglia” di partiti e milizie che “hanno distrutto l’Iraq”. Fra i giovani disoccupazione al 25%, dal 2004 circa 450 miliardi di fondi pubblici fatti sparire. 

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno due morti e oltre 200 feriti il bilancio, ancora provvisorio, degli scontri registrati ieri fra manifestanti e polizia a Baghdad - epicentro della protesta - e altre città del Paese. Le forze di sicurezza hanno utilizzato cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e colpi di proiettile per disperdere i dimostranti scesi in piazza contro disoccupazione, corruzione e scarsa qualità dei servizi pubblici. 

Una nota governativa conferma il decesso di un manifestante a Baghdad, dove si è registrata la gran parte dei feriti (160 i civili). Fra questi, vi sono anche 40 membri delle forze di sicurezza. Fonti non ufficiali della polizia nella città meridionale di Nassiriya affermano che una persona fra quanti erano scesi in piazza è stata colpita a morte. 

La maggior parte dei feriti sono ricorsi a cure mediche per l’inalazione di gas o per essere stati colpiti da proiettili di gomma. Le forze di sicurezza hanno bloccato le strade e usato granate stordenti e cannoni ad acqua per respingere la folla; al rifiuto dei manifestanti, gli agenti hanno aperto il fuoco.

Fra i punti scelti dai dimostranti, 3mila in tutto secondo varie fonti, con le bandiere dell’Iraq sulle spalle o avvolte attorno alla testa, la celebre piazza Tahrir. Dalle prime informazioni sembra che non vi sia stata una leadership unitaria e che le proteste siano nate secondo un moto spontaneo. Altri ancora brandivano cartelli con il volto del generale Abdulwahab al-Saadi, ex capo dell’anti-terrorismo cacciato nei giorni scorsi con una mossa a sorpresa. 

Gli irakeni accusano i politici e i funzionari governativi di corruzione endemica, che blocca di fatto il Paese e impedisce la ricostruzione dopo anni di guerra, conflitti settari e l’ascesa dei jihadisti dello Stato islamico (SI, ex Isis), oggi sconfitti almeno sul piano militare. “Questo non è un governo - gridava un manifestante - ma è un’accozzaglia di partiti e milizie che hanno distrutto l’Iraq”. 

Fonti ufficiali riferiscono che dal 2004, a un anno di distanza dall’invasione statunitense che ha determinato la cacciata di Saddam Hussein, circa 450 miliardi di fondi pubblici sono svaniti nelle tasche di politici e uomini di  affari. A questo si aggiunge l’elevato tasso di disoccupazione, in particolare fra i giovani, che oggi supera il 25% (fonte Banca mondiale) e risulta il doppio della media nazionale. 

Il Primo Ministro Adel Abdul Mahdi, che ieri ha presieduto la riunione settimana di governo, ha promesso maggiore impegno per l’impiego giovanile. Fra i primi provvedimenti, quello di assicurare almeno il 50% di forza lavoro locale per le imprese straniere che investono in Iraq. 

Le manifestazioni di ieri a Baghdad sono state le prime dall’ascesa al potere del premier nell’ottobre 2018; fra luglio e settembre dello scorso anno si sono registrate violenze e manifestazioni nella città meridionale di Bassora.

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