24/06/2005, 00.00
INDIA
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Kerala: proibito a una suora diventare avvocato

di Nirmala Carvalho

La religiosa ha presentano una petizione all'Alta Corte dello Stato. Per la Chiesa cattolica la decisione dell'Ordine degli avvocati è "una discriminazione contro la religione e contro la legge stessa".

Kochi (AsiaNews) – L'Ordine degli avvocati dello Stato del Kerala (stato sud-occidentale dell'India) ha rifiutato l'abilitazione professionale a suor Teena Jose – della Congregazione Madre del Carmelo,  nel distretto di Alleppy – in quanto "già impegnata in attività religiose".

La religiosa, laureata in legge alla Mahatma Gandhi University, non percepisce alcuna retribuzione per la sua opera religiosa ed ha presentato una petizione all'Alta Corte dello Stato per contestare la decisione dell'Ordine. Wilson Urmees, il legale di sr. Jose, si dice "estremamente determinato" a combattere per ottenere giustizia. "L'articolo 19 G della Costituzione – egli spiega – garantisce alla persona di portare avanti qualunque tipo di attività o commercio, che non vada contro la legge, a scelta libera. Questa è una chiara infrazione dell'articolo".

Anche la Chiesa cattolica del Kerala contesta la decisione che definisce "sbagliata perché confonde l'attività religiosa con una professione retribuita". P. Paul Thelekkat, portavoce della Chiesa cattolica del Kerala, afferma: "E' chiaramente una questione di discriminazione operata contro le basi della pratica religiosa e in aperto contrasto ai dettami espressi dalla Costituzione".

L'Ordine degli avvocati del Kerala ha spesso concesso l'abilitazione professionale a preti e suore; al momento molti religiosi che vivono nel Kerala sono avvocati. Sul caso attuale, però, l'Ordine difende la propria posizione. "Questo non ci era mai successo – dice Sadananda Prabhu, membro del Comitato abilitazione dell'Ordine giornalisti del Kerala – noi siamo imparziali. Non diciamo che i religiosi hanno commesso azioni illegali ed abbiamo concesso da poco a 2 di loro l'abilitazione professionale. In questo caso, non sta a noi determinare come finirà questa storia".

Infatti se la petizione presentata da sr. Jose dovesse essere rigettata dall'Alta corte, la Commissione revocherà le licenze a tutti i religiosi.

In un'intervista ad AsiaNews sr. Merlene, avvocato patrocinante presso la Corte dei diritti di famiglia di Bandra, nel Kerala, si definisce "costernata" dalla notizia. "Noi – dice – lavoriamo per i poveri, per gli oppressi e per le donne. A differenza di molti altri avvocati lavoriamo guidati dalle nostre convinzioni religiose e sociali. Siamo diversi da loro". "Io – continua – non chiedo alcuna parcella a chi non ha soldi ma ha bisogno di aiuto legale. Spesso siamo noi a pagare, anche solo per le pratiche burocratiche. Quando i clienti pagano i soldi finiscono in una cassa che servono a coprire le spese di chi non può pagare". "La Chiesa – spiega ancora - compie un lavoro di utilità sociale ma deve essere aiutata dalle autorità. E' impressionante il numero di poveri che vivono nelle città ed hanno bisogno di aiuto legale. Personalmente mi occupo per la maggior parte di diritti delle donne e diritto matrimoniale, ma vi sono troppi avvocati senza etica, che riducono tutto ai soldi"

Il caso ha creato scompiglio nello Stato keralese, a forte presenza cristiana – il primo ministro è cristiano – ed ha provocato l'attenzione dei media. La Congregazione ha chiesto alla religiosa di non parlare con i giornalisti, ed è proibito ai media entrare nel campus dove risiede.
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