28/07/2015, 00.00
INDIA
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L’India saluta Abdul Kalam, il “presidente del popolo” contrario alla pena di morte

Si è spento ieri a Shillong. Scienziato della difesa e vincitore del Bharat Ratna, è stato l’11mo capo di Stato del Paese. Durante il suo mandato ha accolto quasi 50 richieste di grazia da parte di condannati a morte. Musulmano, ha spesso parlato in favore dei cristiani.

Mumbai (AsiaNews) – Scienziato della difesa e aerospaziale, tra i primi a testare l’atomica in India, vincitore della più alta onorificenza civile (Bharat Ratna), strenuo oppositore della pena di morte e 11mo presidente dell’India: A.P.J. Abdul Kalam, 83 anni, si è spento ieri in seguito a un arresto cardiaco. Si trovava a Shillong per una conferenza all’Indian Institute of Management della città. New Delhi ha dichiarato sette giorni di lutto nazionale.

Nato nel 1931 a Rameswaram (l’attuale Tamil Nadu) da una famiglia musulmana, Kalam ha studiato fisica e ingegneria aerospaziale. Per 40 anni ha lavorato come scienziato della difesa per la Defence Research and Development Organisation (Drdo) e per l’Indian Space Research Organisation (Isro), allo sviluppo del programma spaziale indiano e della tecnologia missilistica militare. Chiamato “l’uomo missile dell’India”, nel 1998 è stato uno dei capi-progetto del test nucleare Pokhran-II.

Eletto presidente dell’India nel 2002, da tutti è ricordato come il “presidente del popolo”. Durante il suo mandato si espresso contro la pena capitale in almeno tre occasioni, e accolto quasi 50 richieste di grazia da detenuti condannati a morte, elencando le ragioni per cui il governo avrebbe dovuto considerare la clemenza in tutti i casi.

L’unica richiesta respinta è stata quella di Dhannajay Chatterji, un ascensorista che aveva stuprato e ucciso una ragazza a Calcutta, nel 2004. Dieci anni più tardi, tornando a parlare della questione, Kalam ricorderà uno studio condotto dal suo staff presidenziale: “Lo studio rivelava, con mia sorpresa, che quasi tutti i casi pendenti erano macchiati da pregiudizi economici e sociali. Com’è possibile che solo i poveri si trovino nel braccio della morte?”.

Di fede islamica, l’ex presidente ha sempre espresso il suo apprezzamento per il contributo dei cristiani alla costruzione del Paese. Più volte ha ricordato di quando, negli anni ’60, il clero cattolico di Khumba (Kerala) aveva donato quasi 81 ettari di terra alla ricerca scientifica, per lo sviluppo del programma spaziale nazionale. (NC)

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