16/05/2007, 00.00
INDONESIA
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L'Indonesia ha più fiducia negli imam che nei suoi politici

Un sondaggio tra la popoalzione rivela la centralità dell’elemento religioso, come fattore di identità nazionale; ancora forte il legame con la Costituzione laica del Paese, solo il 22,8% degli intervistati chiede la sharia. Ma nel Paese rimane alto il rischio di una strumentalizzazione dell’islam da parte del terrorismo.
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Gli indonesiani si fidano più dei loro imam che delle istituzioni statali o del loro presidente. Lo rivela un sondaggio dell’Islamic and Societal Research Center (PPIM) condotto tra gennaio e marzo 2007 su un campione di 200 persone tra i 17 e i 70 anni di età. Secondo lo studio, il 41% degli intervistati ha fiducia nei leader religiosi, il 22% si fida più del capo di Stato e dell’esercito, il 16% della polizia, l’11% del Parlamento e solo 8% ha fiducia nei partiti politici.
 
Il presidente esecutivo del PPIM, Jajat Burhanuddin, spiega che i dati mostrano come il fattore religioso giochi un ruolo molto più significativo tra la popolazione che non quello politico. Dal canto suo, il noto studioso musulmano, Azyumardi Azra, denuncia che ormai le istituzioni statali sono “più deboli, in declino”, rispetto a quelle religiose.
 
Dal sondaggio – nota Jajat - emerge chiara l’importanza della religione come elemento caratterizzante l’identità nazionale: in questo senso si sono espressi il 41,3% degli intervistati, mentre il 24,6% ha scelto come risposta l’appartenenza alla nazione . Ad ogni modo la gran parte della popolazione ancora sostiene l’ideologia laica del Pancasila [i cinque principi base della nazione ndr], come fondamento della Costituzione; solo il 22,8% degli intervistati ha dichiarato di volere l’introduzione della sharia nel Paese.
 
Con 230 milioni di abitanti di cui oltre l’80% musulmano, l’Indonesia è considerato il Paese islamico più grande al mondo. Il vasto arcipelago lotta però con una corruzione tentacolare e con un crescente terrorismo: qui hanno la loro base diversi gruppi terroristici, che strumentalizzano la religione per reclutare militanti e kamikaze tra i giovani analfabeti e disoccupati.
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