03/10/2007, 00.00
PAKISTAN
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La Bhutto smentisce un accordo con Musharraf

di Qaiser Felix
Non sarebbero vere le dichiarazioni del governo di un’amnistia che le permetterebbe di tornare in Paese, anche per concorrere alla carica di primo ministro. Intanto 162 parlamentari dell’opposizione si dimettono e boicottano le elezioni, ma il partito della Bhutto non si schiera.

Islamabad (AsiaNews) – L’ex primo ministro pakistano Benazir Bhutto dichiara che sono “in stallo completo” le trattative con il presidente Pervez Musharraf per permetterle di tornare nel Paese, nonostante l’accusa di corruzione. Intanto cresce la protesta dell’opposizione contro la candidatura di Musharraf, ma non vi aderisce proprio il Partito del popolo pakistano della Bhutto.

L’ex premier ha sempre negato l’accusa, ma da tempo ha intrapreso una trattativa con Musharraf perché le sia consentito di tornare nel Paese. Analisti dicono che, in cambio, il Ppp potrebbe sostenere Musharraf nelle elezioni del 6 ottobre. Ieri Tariq Azeem, viceministro per l’Informazione, ha annunciato l’accordo nel governo per approvare un’amnistia per tutti i pubblici funzionari accusati di corruzione, ma non ancora condannati, beneficio di cui usufruirebbe anche la Bhutto. Anche Sheikh Rasheed Ahmed, ministro delle Ferrovie, ha confermato ieri un accordo nel governo a favore della Bhutto. Analisti dicono che la donna ambisce anche a un nuovo incarico di primo ministro.

Cresce, intanto, la polemica politica per le elezioni. Oggi si riunisce un collegio speciale della Corte suprema, presieduto dal giudice capo Iftikhar Chaudhry, per decidere su due nuove petizioni che denunciano l’ineleggibilità di Musharraf in quanto capo dell’esercito. Il presidente uscente ha promesso di rinunciare alla carica “subito dopo le elezioni” se rieletto e ha nominato come vicecomandante il generale Ashfaq Parvez Kayani, che così diventerà comandante dell’esercito in caso di rinuncia di Musharraf, di cui è da anni uno stretto collaboratore.

Ieri 162 parlamentari del Movimento di tutti i partiti democratici si sono dimessi dal parlamento nazionale e da tre parlamenti provinciali (46 parlamentari dell’Assemblea del Punjab, 25 del Balochistan e 7 del Sindh) per protesta contro la candidatura di Musharraf. Tra i parlamentari nazionali, 62 appartengono alla Muttahida Majlis-e-Amal e 20 dalla Lega islamica pakistana dell’ex premier Nawaz Sharif, oltre a partiti minori. Il Ppp, maggiore partito nazionale, non ha aderito al boicottaggio e non ha ancora assunto una posizione definitiva. Il presidente è eletto dal parlamento nazionale e dai quattro parlamenti provinciali.

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