04/10/2010, 00.00
COREA DEL SUD
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La Chiesa coreana ha quasi 700 missionari all’estero

di Matteo Choi Seok Kyoon
Molti di loro sono prestati a diocesi estere; altri sono vocazioni missionarie a vita. Quasi la metà di loro sono in Asia, ma vi sono anche in Africa, America ed Europa. È urgente la loro formazione.
Seoul (AsiaNews) – Secondo un’indagine delle Pontificie Opere Missionarie della Corea, nell’anno in corso vi sono almeno 690 missionari coreani nei vari continenti del mondo, comprendendo fra loro religiosi, preti diocesani e laici. La loro distribuzione è la seguente: in Asia vi sono 313 missionari (45.4%); nel continente americano (nord, centrale e sud) 165 (23.9%); 118 in Europa (17.1%); 72 in Africa (10.4%); 22 in Oceania (3.2%). Fra di loro vi sono 219 preti diocesani.
 
I dati sono stati diffusi all’inizio di ottobre, un mese che tradizionalmente è dedicato a ravvivare la coscienza e l’impegno missionario dei fedeli.
 
E proprio il 1° ottobre, nella cappellina adiacente alla cattedrale di Myong Dong, si sono dati appuntamento 80 missionari di ritorno dall’estero per studiare come potenziare il lavoro di evangelizzazione.
 
Quanto più una Chiesa dona per le missioni all’estero, tanto più si arricchisce insieme con la grazia che riceve.” “La missione non è una impresa soffocante e complicata. Essa è una scelta logica e gioiosa per un cristiano che crede all’Amore di Dio.” Questi sono alcuni degli argomenti emersi.
 
L’evento è stato preparato da 3 organizzazioni: la Commissione per la cura pastorale dei coreani abitanti all’estero (Committee for the Pastoral Care of Koreans Living Abroad), voluta dalla Conferenza episcopale della Chiesa Cattolica della Corea (Catholic Bishop’s Conference of Korea); la conferenza coreana dei superiori maggiori degli istituti religiosi e delle società di vita apostolica; la conferenza coreana delle superiori maggiori degli istituti religiosi femminili. Il programma è durato per sette ore, fra relazioni, discorsi, dialoghi di condivisione; domande e risposte; oltre alla messa conclusiva.
 
Mons. Vincenzo Lee Byouong Ho (v. foto), vescovo responsabile della Commissione per la cura pastorale dei coreani abitanti all’estero, ha spiegato il valore dell’enciclica Fidei Donum del papa Pio XII, che ha aperto l’epoca della collaborazione fra diocesi condividendo il surplus di preti diocesani con chi non ne aveva, e a favore della missione universale.
 
Gesù – ha sottolineato mons. Lee - ha voluto formare i suoi discepoli …. [soprattutto] come missionari che possono diffondere la Parola di Dio, nient’altro. Senza la Parola, non si può fare alcuna missione. Tutto crolla e tutto risulta uno spreco di tempo, se noi ci concentriamo solo sulle attività sociali, senza la Parola di Dio. Il mondo è più affamato della Parola di Dio che di pane”.
 
Nell’omelia della messa mons. Lee, ha ancora sottolineato l’importanza della semplicità evangelica per il missionario. “Prima di diventare missionari – ha detto - dobbiamo incontrare davvero Gesù che può trasformarci totalmente dal di dentro; poi potremo testimoniarlo con la gioia che sgorga dal nostro cuore, senza offuscarlo con le nostre spiegazioni umane e sofisticate. Bisogna dare la viva Parola di Dio, anziché tanti commenti inutili, senza lo Spirito vivo, che non servono nella vita quotidiana. Se non siamo felici e convinti del Vangelo, non possiamo dare un granché come missionari. Dobbiamo ravvivare il bambino dentro di noi, come faceva Santa Teresa di Lisieux, che è la patrona dei missionari.”
 
P. Agostino Kim Myoung Dong, presidente della Società missionaria coreana, ha parlato delle prospettive odierne della missione e ha proposto di aprire una scuola per la formazione efficace dei missionari coreani. “In questi decenni – egli ha detto - ci sono state difficoltà e confusioni che i nostri missionari coreani hanno incontrato nei luoghi di missione, fino ad oggi, a causa di una preparazioni inadatta e insufficiente”. La sua proposta è che vi sia una scuola di formazione per missionari che duri almeno un anno.
 
Al momento, in Corea vi è un corso di formazione breve di circa un mese, due volte all’anno, per i missionari coreani all’estero – laici, preti diocesani e religiosi. Esso è organizzato dai missionari di S. Colombano a Seoul, fin dal 1999.
 
P. Antonio Song Young Ho è fra gli organizzatori di questo incontro. Egli è pure amministratore della Commissione per la cura pastorale dei coreani abitanti all’estero (Committee for the Pastoral Care of Koreans Living Abroad) della Conferenza episcopale della Chiesa Cattolica della Corea (Catholic Bishop’s Conference of Korea).
 
Il p. Song è preoccupato che si creino maggiori legami fra i missionari all’estero e le diocesi in Corea. Per questo egli suggerisce di avere un punto di raccolta di notizie sulle missioni. Tale strumento, come pure l’incontro svolto, “sono un inizio per integrare le missioni all’estero nella Chiesa cattolica coreana. Questa, in passato, è cresciuta con gli aiuti di tanti missionari stranieri; ora vorrebbe dare un suo contributo alle missioni all’estero”.
 
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