11/01/2018, 13.01
PAKISTAN
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La Chiesa pakistana condanna il ‘brutale’ stupro e omicidio di una bambina di 7 anni

di Kamran Chaudhry

Zainab viveva a Kasur, vicino Lahore. Il suo piccolo corpo ritrovato in una discarica. È stata violentata varie volte e strangolata fino alla morte. Proteste contro l’inerzia della polizia. Una campagna di sensibilizzazione per debellare “il cancro della pedofilia”.

Lahore (AsiaNews) – La Chiesa del Pakistan “condanna lo stupro e l’omicidio di Zainab, una bambina di sette anni”. Lo afferma mons. Joseph Arshad, arcivescovo di Islamabad-Rawalpindi e capo della Chiesa pakistana, commentando la notizia che ha suscitato sdegno in tutto il Paese. Il fatto ha spinto tanti utenti dei social network a rompere il muro del silenzio che avvolge il tema della pedofilia e dello stupro su minori nel Paese. Secondo mons. Arshad, “l’assenza della giustizia e l’ignoranza affliggono la nostra società. La mentalità prevalente non può essere sconfitta solo dalle istituzioni accademiche. Le persone devono essere rieducate alla dignità umana”.

L’episodio della violenza carnale è riportato su tutti i media del Paese. Il corpo di Zainab è stato ritrovato ieri in una discarica a Kasur, vicino Lahore. Il 4 gennaio la minore era scomparsa da casa mentre si recava a lezione di religione islamica. Le indagini autoptiche rivelano che è stata stuprata varie volte e strangolata fino alla morte.

Il suo omicidio ha provocato reazioni violente da parte degli abitanti, che lamentano la negligenza della polizia nel condurre le indagini sugli assassini. Negli scontri tra manifestanti e polizia sono morte due persone. Alcuni video rintracciati dalla famiglia infatti mostrano la piccola mano nella mano con un uomo, ancora sconosciuto. I parenti lamentano che se quei filmati fossero stati acquisiti in tempo dagli inquirenti, forse la piccola si sarebbe potuta salvare.

Ad inasprire gli animi, le ultime notizie sui numeri delle violenze a Kasur. Negli ultimi tre anni sono stati registrati 720 incidenti di abusi su minori, di cui 129 casi di stupro nel 2017. Il modus operandi dell’assassino sarebbe simile in diversi incidenti, circostanza che fa ipotizzare la presenza di un serial killer. Per ora, la polizia ha raccolto campioni di Dna da 90 sospettati.

Mons. Arshad sostiene che “creare opportunità di lavoro per i giovani può aiutare a diminuire il trend degli abusi sui minori”. Tanti noti personaggi hanno espresso sui social la loro indignazione. Tra questi, Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace, ha twittato: “Ho il cuore infranto. Tutto questo deve finire. Il governo e le autorità interessate devono prendere provvedimenti”. Shehbaz Sharif, chief minister del Punjab, ha fatto visita alla famiglia di Zainab e assicurato indagini celeri.

Oggi pomeriggio il Rawadari Tehreek (Movimento per la tolleranza) ha organizzato una marcia per la pace. Il corteo di 30 attivisti partirà da Lahore e arriverà a Kasur [50 km di distanza, ndr]. Ieri il gruppo ha manifestato contro l’omicidio davanti il club della stampa. Sugli striscioni campeggiava la scritta “Giustizia per Zainab”.

P. Morris Jalal, direttore esecutivo di una tv cattolica gestita dall’arcidiocesi di Lahore, suggerisce una campagna per la sensibilizzazione contro gli stupri e per la protezione dei bambini. “Il cancro della pedofilia – sostiene – si sta diffondendo rapidamente e non è un fenomeno nuovo. I media sono tutti focalizzati su questo. Il facile accesso a siti pornografici alimenta questa mentalità. I bambini che frequentano lezioni di Corano sono facili obiettivi. Il soffocamento della società ha creato degli squilibrati. Le famiglie devono pensare in modo serio a come proteggere i propri figli. Questi metodi devono rientrare anche nei programmi di studio”.

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