29/09/2015, 00.00
THAILANDIA
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La polizia dichiara “caso chiuso” l’attentato di Bangkok e intasca la taglia. Ma “è una buffonata”

Il capo della polizia ha tenuto una conferenza stampa in cui ha consegnato 3 milioni di bath agli agenti per le indagini svolte. A sua detta è confermata la responsabilità della minoranza uighura, anche se si temono legami politici. Le indagini sono però in alto mare, con solo due arresti effettuati e 17 sospettati. La “mente” dell’attacco è ancora a piede libero. Fonte di AsiaNews: “Come thailandesi ci vergogniamo del comportamento della polizia”.

Bangkok (AsiaNews) – È una “storia incredibile, una grande buffonata. Come thailandesi ci vergogniamo che tutto il mondo conosca questa vicenda e veda il comportamento della polizia”. Con queste parole una fonte di AsiaNews residente a Bangkok commenta la conferenza stampa tenuta ieri dalle autorità thailandesi, che hanno definito “caso chiuso” le indagini sulla bomba scoppiata nella capitale lo scorso 17 agosto facendo 20 morti e più di 100 feriti.

Di fronte alle telecamere, il capo della polizia Somyot Poompunmuang (vicino alla pensione) ha consegnato 3 milioni di bath (82mila dollari) al suo successore per premiare gli agenti e i militari che hanno partecipato alle indagini (v.foto). I soldi provengono da donazioni di uomini d’affari e dalla buonuscita del generale. È la seconda volta in un mese che gli agenti vengono ricompensati, mentre il caso è lontano dalla soluzione.

“L’attacco bomba al tempio Erawan è stata una vendetta contro il governo per le azioni contro i trafficanti di uomini”, ha affermato il gen. Poompunmuang, facendo esplicito riferimento alla minoranza uighura, che avrebbe agito per ritorsione contro l’estradizione forzata subita a luglio. “Crediamo anche – ha aggiunto – che dietro a tutto ciò ci sia una persona o un gruppo che ha commissionato l’attacco [agli uighuri]. La polizia continuerà a investigare. Dobbiamo analizzare i possibili collegamenti politici, perché potrebbe essere un crimine commissionato”.

Nonostante la polizia si dica certa della responsabilità uighura, rimangono molte zone oscure nella vicenda. Al momento in prigione ci sono solo due uomini, Adem Karadag e Mieraili Yusufu, che avrebbero confessato il coinvolgimento nell’attentato. Mieraili avrebbe portato la bomba ad Adem Karadag, che l’avrebbe piazzata nei pressi del tempio, ma le confessioni vanno verificate. La presunta “mente” dell’attacco, Abudusataer Abudureheman detto “Izhan”, è ancora a piede libero (forse in Cina). La polizia thailandese ha emesso in tutto 17 mandati d’arresto, finora non eseguiti.

Nei giorni scorsi le autorità malaysiane hanno arrestato tre persone, un pakistano e due malaysiani, indagati per l’attacco. Per ora non sono stati estradati in Thailandia.

L’opinione pubblica thailandese è confusa dal comportamento della polizia: “Mi sembra assurdo che gli agenti dichiarino chiuso un caso prima ancora che inizino i processi per gli arrestati – afferma la fonte di AsiaNews – processi che saranno di sicuro lunghi. La polizia ha posto la taglia, i poliziotti hanno preso qualche presunto colpevole e loro stessi hanno incassato i soldi dicendo che li devolveranno alle vittime dell’attentato, ma non lo faranno. È una buffonata”.  

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