16/02/2008, 00.00
MALAYSIA
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La protesta indù "dei fiori" dispersa con arresti e lacrimogeni

Sfidano il bando delle autorità, centinaia di attivisti indiani scendono in piazza con rose da consegnare al premier, come simbolo di giustizia. Il corteo pacifico, disperso dalle forze di sicurezza, chiedeva la liberazione di cinque leader indù arrestati.
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – È finito con almeno 20 arresti, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua contro la folla, il corteo pacifico di circa 300 indiani, che oggi a Kuala Lumpur sono scesi in piazza sfidando il divieto governativo. L’Hindraf (“Forza d'azione dei diritti indù”), la sigla che organizzato la manifestazione, aveva pensato di sfilare fino al Parlamento per portare delle rose gialle e rosse al premier Datuk Seri Abdullah Ahmad. Il corteo, non autorizzato, è stato però disperso prima. Originariamente i promotori della manifestazione avevano pensato di far sfilare un gruppo di circa 200 bambini, ma la situazione troppo tesa li ha spinti ad abbandonare il progetto.
 
Con la simbolica “protesta dei fiori” - definita così dai media locali e internazionali, gli attivisti indiani chiedono a Badawi, anche ministro degli Interni, di rilasciare cinque dei loro leader detenuti da settimane secondo il draconiano Internal Security Act. I cinque - P. Uthayakumar, M. Manoharan, V. Ganabatirau, R. Kenghadharan e T. Vasantha Kumar - erano a capo delle massicce proteste che a novembre scorso hanno portato per le strade della capitale malaysiana fino a 10mila persone. L’Hindraf si batte per la fine della politica di discriminazioni etniche e religiose sostenuta dal governo centrale.
 
Gli indiani non sono gli unici a lamentarsi dei privilegi e dei vantaggi accordati alla maggioranza malay del Paese. Anche altre minoranze etniche, come i cinesi, o religiose, come i cristiani, chiedono parità di diritti e più rispetto delle libertà fondamentali dell’uomo. Su 27 milioni di abitanti, i malay musulmani costituiscono il 60% e dominano la vita politica; il 25% è di origine cinese, molto influente nell’economia, mentre il 10% è rappresentato da indiani, che svolgono i lavori più umili. Gli analisti ritengono che proprio lo scontento di queste fasce della popolazione, unito alla profonda insoddisfazione pubblica per i prezzi crescenti e la dilagante corruzione determineranno un calo di consensi per la coalizione al potere guidata dal partito Umno di Badawi nelle elezioni politiche del prossimo 8 marzo.
 
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