18/11/2015, 00.00
ASIA - USA - APEC
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Le controversie nel mar Cinese meridionale oscurano i temi economici al summit Apec

Manila e Hanoi rafforzano la partnership strategica in chiave anti-Pechino. Entrambi parlano di “nuova era” fra le due nazioni. Obama rilancia il tema dei mari e conferma che Washington "non lascerà in mani cinesi" un’area strategica. La Thailandia vuole valorizzare il ruolo delle Pmi e il modello di sufficienza economica.

Manila (AsiaNews) - Le controversie territoriali nel mar Cinese meridionale tengono banco fra i partecipanti al summit Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation), in programma oggi e domani nelle Filippine. All’appuntamento di Manila seguirà il 27mo vertice Asean in calendario a Kuala Lumpur, in Malaysia, dal 20 al 22 novembre. L’incontro fra i Paesi dell’Asia-Pacifico è stato anticipato dalla firma, nei giorni scorsi, di una “partnership strategica” fra Vietnam e Filippine, entrambe unite nella battaglia per il contenimento della politica “imperialista” di Pechino nelle acque della regione. 

Il governo cinese rivendica una fetta consistente di oceano, che comprende le Spratly e le Paracel, isole contese da Vietnam, Taiwan, Filippine, Brunei e Malaysia (quasi l'85% dei territori), e ha avviato la costruzione di una serie di isole artificiali, con impianti militari. In risposta Hanoi e Manila - che per prima ha promosso una vertenza internazionale al tribunale Onu - hanno rinsaldato i legami bilaterali. 

Il presidente filippino Benigno Aquino e l’omologo vietnamita Truong Tan Sang hanno espresso preoccupazione per le tensioni nei mari. L'egemonia riveste un carattere strategico per lo sfruttamento di petrolio e gas naturale nel fondo marino, in un'area dell'Asia-Pacifico di elevato interesse economico, geopolitico e commerciale, con un valore complessivo di almeno 5mila miliardi di dollari.

Ratificando la partnership “strategica”, i due leader hanno parlato di “una nuova era di cooperazione” fra le due nazioni. 

A sostenere i Paesi del Sud-Est asiatico vi sono anche gli Stati Uniti, che hanno giudicato “illegale” e "irrazionale" la cosiddetta “lingua di bue” usata da Pechino per marcare il territorio, fino a comprenderne quasi l'80% dei 3,5 milioni di kmq. Appena atterrato nelle Filippine per partecipare all’Apec, il presidente Usa Barack Obama ha subito puntato l’attenzione sul mar Cinese meridionale, sottolineando che Pechino deve smetterla di reclamare spazio nelle acque contese. 

Rilanciando il sostegno economico e militare della Casa Bianca alle Filippine, Obama ha confermato che gli Stati Uniti non lasceranno nelle mani cinesi una delle zone più importanti al mondo sotto il profilo economico e commerciale. 

Il tema dei mari dunque, pur non essendo in agenda, sembra destinato a oscurare i lavori del forum Apec che si è aperto oggi. Fra le nazioni partecipanti vi è anche la Thailandia, rappresentata dal Primo Ministro gen. Prayut Chan-O-Cha e da altri membri di primo piano dell’esecutivo. Al centro della discussione vi sono le iniziative per la “crescita inclusiva” e “sostenibile” di tutte le nazioni dell’area attraverso “economie integrate”, valorizzando comunità “sostenibili e resilienti”. 

Il premier thai intende valorizzare il ruolo delle piccole e medie imprese (Pmi) in un’ottica di crescita, rilanciando gli investimenti nell’innovazione e nell’economia digitale. A margine del summit, il gen. Prayut terrà incontri bilaterali con il premier di Papua Nuova Guinea, i vertici di Hong Kong, i presidenti di Messico, Russia e Colombia. Ai capi di Stato e di governo il Primo Ministro thai illustrerà la filosofia basata sulla “sufficienza economica”, promossa a suo tempo da Bhumibol Adulyadej nel contesto delle iniziative nel settore dell’agricoltura sostenibile. Un modello si sviluppo incentrato sulla cultura thai e che valorizza moderazione, prudenza, conoscenze e virtù. 

(Ha collaborato Weena Kowitwanij

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