Limitazioni del governo alla visita vaticana, pur con qualche risultato
La delegazione, pur visitando l'area montagnards, non ha potuto incontrare nessun fedele.
Roma (AsiaNews) - La visita in Vietnam della delegazione vaticana, conclusasi ieri, ha avuto qualche positivo effetto, come la nomina del vescovo di Thanh Hoa, ma in mezzo a tante limitazioni. La più grave è quella subita a Buon Ma Thout: sebbene il governo abbia permesso agli emissari vaticani di visitare la diocesi, in piena zona montagnards, la delegazione non ha potuto incontrare nessun fedele delle tribù dei monti, che da settimane sono in conflitto col governo che ha espropriato le loro terre.
Il frutto più importante della visita è che il governo ha dato dopo 2 anni di sede vacante - il nulla osta per la nomina di un vescovo, quello di Thanh Hoa. Ma in generale Hanoi ha dato indicazioni che tutta la visita si svolgesse con un profilo basso.
La delegazione, giunta in Vietnam il 27 aprile, era guidata da mons. Pietro Parolin, per la prima volta in viaggio ufficiale in quel paese, in veste di sottosegretario per i rapporti con gli stati.
A Hanoi, il 28 aprile, la delegazione ha potuto incontrare i responsabili della Conferenza Episcopale: mons. Paul Nguyen Van Hoa, presidente, il card. J. Baptiste Phan Minh Man, vice-presidente, mons. Pietro Nguyen Soan, segretario generale e tutti i vescovi del Nord Vietnam. Tutti questi incontri sono avvenuti a porte chiuse. Lo stesso si può dire per gli incontri ufficiali con i rappresentanti del Ministero degli esteri e dell'Ufficio Affari religiosi.
La nomina del vescovo di Thanh Hoa sarà annunciata solo dopo aver informato il papa dei risultati dei colloqui. Ma in Vietnam vi sono ancora diverse diocesi che hanno vescovi molto anziani, bisognosi o di un vescovo coadiutore o di un successore. Fra essi le due più importanti sono Xuan Loc e Hanoi.
La delegazione aveva chiesto di poter visitare proprio la diocesi di Xuan Loc, definita dai cristiani vietnamiti come "il Vaticano del Vietnam" per la presenza di moltissimi cattolici (quasi 1 milione, con più di 200 parrocchie) e di molti istituti religiosi (quasi 2 mila religiosi e religiose). Il governo ha dato il permesso ma ha chiesto che la visita avvenisse "con sobrietà" e non ha concesso che tutti i cattolici si radunassero alla messa tenuta nella cattedrale il 29 aprile. Da anni la diocesi di Xuan Loc chiede di poter aprire un seminario per educare migliaia di giovani che vorrebbero diventare sacerdoti, ma il governo non dà il permesso.
La limitazione più grave è avvenuta a Buon Ma Thuot. Già due anni fa, nella visita precedente, la delegazione vaticana aveva chiesto di poter visitare questa diocesi nell'altopiano centrale. Ma Hanoi non aveva dato il permesso per le tensioni fra montagnards e governo. Quest'anno, alla vigilia di Pasqua vi erano state nuove tensioni: il governo aveva soppresso una manifestazione delle tribù dei monti, che chiedevano il ritorno di terre confiscate dal governo, la libertà religiosa e un sostegno allo sviluppo della zona, fra le più povere del Vietnam. La polizia vietnamita ha ucciso alcune persone, picchiato selvaggiamente la folla e incarcerato centinaia di montagnards.
Questa volta le autorità hanno dato alla delegazione vaticana il permesso per la visita, ma non hanno permesso alcun incontro con la popolazione. La "visita pastorale" è stata ridotta a una semplice visita al vescovado, alla presenza del vescovo e di alcune suore. Il governo ha proibito a vescovo e sacerdoti di convocare i fedeli.
I cattolici del Vietnam sono fra i più vivi dell'Asia. Essi costituiscono circa l'8% della popolazione. Sebbene il governo limiti la vita delle parrocchie, dei seminari e degli ordini religiosi, i cattolici evangelizzano con molte attività sotterranee quali catechesi, scuole, giardini d'infanzia, dispensari, lebbrosari.
