23/03/2009, 00.00
ARABIA SAUDITA
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Mai le donne in tv, lo chiede un gruppo di religiosi sauditi

In una dichiarazione inviata al ministro per l’informazione i 35 firmatari del documento affermano che "per nessun motivo" le donne debbono apparire sullo schermo o i loro volti sui giornali. Ma difficilmente il nuovo responsabile del dicastero darà loro retta.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – “Nessuna donna saudita deve apparire in televisione, per qualsiasi motivo” e “di nessuna i giornali debbono pubblicare le immagini”. E’ quanto afferma una dichiarazione sottoscritta da 35 religiosi sauditi e inviata ieri al nuovo ministro per l’informazione.
 
Nel documento, i religiosi scrivono di “sapere che una ben radicata corruzione esiste nel Ministero dell’informazione e della cultura, in televisione, radio, stampa, circoli culturali e fiere librarie” e sostengono di “avere grande speranza che questa riforma dei media sarà portata avanti” dal ministro Abdel Aziz Khoja. La “riforma”, a loro avviso, dovrebbe comprendere il divieto di trasmettere in televisioni spettacoli musicali.
 
La dichiarazione porta le firme di docenti della ultraconservatrice Imam University, di studiosi islamici, di un giudice e di alcuni funzionari statali. Essa appare come un tentativo di pressione sul nuovo responsabile del dicastero dell’informazione, ma sono scarse le possibilità che essa trovi accoglienza. Il ministro Abdel Aziz Khoja, infatti, è stato nominato il 14 febbraio, nell’ambito di quello che fu definita una riforma voluta da re Abdullah in un’ottica di riduzione del peso della componente più intransigente.
 
Nell’occasione, numerosi esponenti dell’area più conservatrice furono rimossi. Tra loro, quattro ministri, il presidente del Majlis al-Shura, principale consiglio consultivo del regno e quello della corte suprema, il capo della polizia religioso (la muttawa). A dare maggiormente il senso della novità, però, è stata la nomina della signora Noura al Fayez alla carica di vice ministro dell’Educazione. Fatto eclatante in un Paese ove le donne debbono avere un “custode” (il padre o il fratello o il marito), vedono i loro diritti fortemente limitati e non possono neppure guidare l’automobile. Nella televisione di Stato, però, ci sono giornaliste donne, che compaiono in video, anche mostrando il loro volto, mentre nel Paese per la stragrande maggioranza delle donne ciò è vietato.
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