13/12/2005, 00.00
Indonesia
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Messaggio di Natale dei leader cristiani indonesiani

Vescovi cattolici e capi protestanti invitano i fedeli a "non avere paura" della corruzione, il post-tsunami, l'integralismo islamico e "lavorare con entusiasmo per costruire un futuro migliore".

Jakarta (AsiaNews/Ucan) – La Conferenza episcopale indonesiana e la Comunione delle chiese protestanti dell'Indonesia invitano i cristiani del Paese ad "unirsi con tutti gli altri per costruire una nuova società" nel loro annuale messaggio congiunto di Natale. "Lasciateci esprimere la speranza – si legge nel testo, pubblicato all'inizio di dicembre - di poter divenire un nazione libera dalla corruzione, che rispetta il pluralismo, è contro la violenza, appoggia la legalità e la giustizia, rispetta i diritti umani e preserva l'integrità del creato".

Il titolo del messaggio è "Non abbiate paura, io sono con voi", un versetto tratto dal Libro di Isaia, ed è firmato dal cardinale Julius Darmaatmadja e da mons. Ignatius Suharyo, arcivescovo di Semarang, per la Conferenza episcopale e dai reverendi Andreas Yewangoe e Richard M. Daulay per la Comunione delle chiese.

"I cristiani dell'Indonesia – scrivono i leader religiosi –  celebrano il Natale del 2005 in una situazione speciale, caratterizzata da recenti avvenimenti che minacciano la vita della nazione. Le crisi che hanno colpito negli scorsi anni il Paese non si sono ancora concluse". "La mancanza di fiducia – osservano - ha creato un clima politico insano in cui sospetto, risentimento, animosità e desiderio di vendetta hanno distrutto i rapporti fra i vari gruppi". Nello stesso tempo, "disastri naturali, epidemie e mancanza di cibo in diverse parti della nazione hanno aggravato la situazione".

"La libertà religiosa e quella di culto – sottolineano – sono state minacciate a causa di una tolleranza sempre più debole. Questa situazione ci fa avere paura, come nazione, nel guardare il futuro. Saremo in grado di superare le difficoltà che minacciano le nostre vite?".

Nonostante la difficoltà delle sfide, i leader cristiani incoraggiano i fedeli a celebrare un Natale "pieno di gratitudine" e ricordano che è "proprio la nascita di Cristo che porta sempre gioia e speranza". L'esempio che si deve seguire è quello "della difficile situazione degli ebrei durante l'esilio in Babilonia. Dio, tramite il profeta Isaia, aveva promesso il loro rientro in patria e li aveva esortati a non avere paura, perché Dio stesso era con loro e preparava il loro futuro".

"Il Natale – spiegano - ricorda ai cristiani che Dio stesso, facendosi uomo, ha conosciuto ed affrontato i problemi umani. Non ci lascia lavorare da soli, ma lavora con noi per risolvere i nostri problemi". "Non dobbiamo – è l'esortazione finale - essere spaventati o perdere la speranza, ma dobbiamo lavorare con entusiasmo e speranza per costruire un futuro migliore".

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