06/05/2014, 00.00
INDIA
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Mumbai, record di aborti. Vescovo: Rispettare la sacralità della vita

di Nirmala Carvalho
Tra il 2013 e il 2014 il tasso è salito del 10%, con 30.117 interruzioni di gravidanza praticate negli ultimi 12 mesi. Ad AsiaNews il vescovo ausiliare di Mumbai indica tra le cause "povertà, pregiudizio nei confronti delle femmine e promiscuità". Membro della Pontificia accademia per la vita denuncia la facilità con cui è possibile reperire la pillola del giorno dopo.

Mumbai (AsiaNews) - Gli aborti a Mumbai sono aumentati del 10% tra il 2013 e il 2014, segnando l'incremento più alto degli ultimi sette anni. Forniti dal Dipartimento sanitario comunale, che ha raccolto dati da ospedali pubblici e privati, i numeri mostrano che lo scorso anno si sono registrate 30.117 interruzioni di gravidanza. Anche se i funzionari riconducono l'aumento a una maggiore informazione, le statistiche rivelano che il numero di aborti praticati nel secondo trimestre (ovvero quando è possibile scoprire il sesso del feto) è cresciuto dell'11% rispetto a quelli del primo trimestre, aumentati del 9%. Ad AsiaNews mons. Savio Fernandes, vescovo ausiliare di Mumbai, spiega che "ci possono essere molte ragioni dietro questo aumento: il pregiudizio nei confronti delle bambine; la percezione che il corpo appartiene a noi; la promiscuità e le relazioni clandestine; la povertà; una cultura della morte sempre più diffusa; Dio relegato alle periferie dell'esistenza".

Dinanzi a questa situazione, mons. Fernandes dà alcuni suggerimenti per cambiare le cose: "Riportare Dio al centro delle nostre vite. Tutti i leader religiosi dovrebbero lavorare per questo, iniziando dal loro stile di vita, passando dalle omelie e arrivando a dialogare con i membri di altre fedi per creare armonia. Ogni scuola, anche quelle governative, dovrebbero tenere corsi obbligatori sul valore dell'educazione e della sacralità della vita umana. Infine, governo e ong dovrebbero trovare modi efficaci per favorire lo sviluppo dei poveri".

Secondo Pascoal Carvalho, medico di Mumbai membro della Pontificia accademia per la vita, "l'alto tasso di aborti è spesso associato con la selezione sessuale, a causa di una preferenza culturale nei confronti del figlio maschio". Questo, spiega ad AsiaNews, "è il lato oscuro del cambiamento demografico dell'India. Nel Maharashtra, che si vanta di essere uno Stato progressista, la sex ratio [rapporto tra numero di nascite femminili e maschili] è crollata da 913 (913 donne ogni 1.000 uomini) nel 2001, a 883 nel 2011. Ciò significa che 5 aborti su 7 sono selettivi" e a morire sono soprattutto bambine.

Nel 1994 il governo centrale dell'India ha promulgato il Pre-Natal Diagnostic Technologies act (Pndt), che rende illegale l'uso di particolari esami e macchinari per determinare il sesso del feto. Tuttavia, questa legge non ha frenato la diffusione di feticidi e infanticidi femminili. Nel 2011 le autorità hanno ordinato il sequestro di tutte le macchine a ultrasuoni non registrate e stabilito una pena (una multa o un periodo di prigione) per i proprietari. "Purtroppo - sottolinea il medico ad AsiaNews - questo non ha fermato la compravendita da parte di importatori e distributori stranieri".

A questo "si è aggiunta un'altra aggravante: l'arrivo delle pillole abortive, come la pillola del giorno dopo, che sono vendute liberamente nel Paese e vengono pubblicizzate soprattutto tra le giovani donne. Questa cultura della morte, l'omicidio di un essere indifeso che non è ancora nato, è l'estrema confessione della bancarotta morale e sociale".

 

 

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