12/09/2013, 00.00
PAKISTAN
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Musulmani e cristiani pakistani: Zardari, un presidente fra luci e ombre

di Jibran Khan
Per la prima volta un leader nazionale ha potuto concludere il mandato e garantire una transazione “soft” del potere. Fra i suoi meriti l’aver promosso una “politica del consenso” e affidato “maggiori poteri al Parlamento”. La nomina di un ministro cattolico segno di attenzione per le minoranze. Pesano però le accuse di corruzione e il mancato sviluppo economico e sociale.

Islamabad (AsiaNews) - Promotore di una "politica del consenso"; artefice del passaggio di una "riforma costituzionale" che ha consegnato maggiori poteri al Parlamento e della nomina di un cattolico a ministro federale; difensore della democrazia pur fra pesanti accuse di corruzione. Fra critiche e qualche ombra, sono in larga parte unanimi e postivi i giudizi di personalità cristiane e musulmane (moderate) interpellate da AsiaNews, in merito al quinquennio da poco concluso alla presidenza della Repubblica del Pakistan di Asif Ali Zardari. In un Paese segnato da crisi economiche e violenze islamiste - rispetto alle quali il suo Partito popolare pakistano (Ppp) non può ritenersi esenti da colpe - egli ha saputo portare a termine (per la prima volta in assoluto) il suo mandato; e ha garantito, al contempo, un passaggio di consegne col successore - Mamnoon Hussain, della Pakistan Muslim League (N) - pacifico e democratico.

Zardari è stato lanciato sulla scena politica nazionale dalla morte della moglie Benazir Bhutto, fino ad allora anima del Ppp fondato dal padre Zulfikar Ali e assassinata nel dicembre 2007 durante un comizio elettorale a Rawalpindi. Raccolto il testimone, pur fra accuse di corruzione che rimbalzavano dalla Svizzera e gli ostacoli di magistratura e militari, egli ha saputo imprimere fra alti e bassi riforme e cambiamenti di rilievo, anche se il Paese resta indietro sul piano della crescita economica e ancora troppo esposto alla violenza estremista di matrice islamica.

Da sottolineare la politica di "riconciliazione" nazionale che lo ha reso popolare e degno di rispetto anche fra i detrattori, oltre che la firma di interessanti accordi economici fra i quali il gasdotto che collega Pakistan e Iran. E accogliendo il successore, egli ha promesso collaborazione nel cammino democratico "contro le forze che vogliono destabilizzare il Paese" e assicurato di "rispondere in tribunale delle accuse, come sempre fatto in passato, anche se si tratta di attacchi politici" contro il suo partito.

Interpellato da AsiaNews mons. Rufin Anthony, vescovo di Islamabad/Rawalpindi, parla di un leader carismatico che è riuscito a guidare il Paese per cinque anni e si è sempre battuto per la democrazia. "Le sue politiche volte al consenso - aggiunge - lo hanno reso popolare anche fra i critici" e ha saputo ignorare o perdonare "tutti gli attacchi personali che ha ricevuto". Per p. Anwar Patras, della diocesi di Rawalpindi, l'ex presidente ha saputo "tenere ben dritta davanti a sé la barra della democrazia", parlando a difesa delle minoranze ed elevando al rango di ministro federale Shahbaz Bhatti, una personalità proveniente minoranze.

Giudizi positivi emergono anche dal fronte musulmano moderato pakistano. Maulana Muratib Ali, del Consiglio degli ulema, spiega di non essere mai stato un sostenitore del Ppp, ma "Zardari in qualità di capo di Stato si è comportato bene". L'ex presidente si è battuto per la democrazia e, nonostante le accuse di corruzione, "il suo lavoro sarà ricordato per sempre". Parere condiviso anche da Maulana Arif Muhammad Sheikh, membro di Islamic Ideology Council, secondo cui Zardari "merita rispetto" a prescindere dalle critiche che gli possono essere mosse. "Egli ha saputo lasciare il palazzo - aggiunge - con uno stile senza precedenti" e ha preso passi significativi "per lo sviluppo" del Paese. "Non solo un buon politico - commenta - ma anche un vero uomo di Stato. Il suo partito ha perso le ultime elezioni per una campagna negativa dei media, e per i ripetuti attacchi di magistratura ed esercito. Tuttavia, egli è il solo politico in grado di unire le forze liberali di tutta la nazione e spero che concentri le energie per questo scopo". 

 

 

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