08/09/2011, 00.00
INDIA
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Musulmano indiano: no al terrorismo, pratichiamo la pace e il dialogo

di Nirmala Carvalho
A dieci anni dall’11 settembre e due giorni dopo il sanguinoso attentato all’Alta corte di Delhi un parlamentare islamico condanna i terroristi: “. L’islam significa pace, e quelli che non sono dalla parte della pace non possono essere musulmani”.
Mumbai (AsiaNews) – “Sono passati dieci anni dall’11 settembre, e non abbiamo ottenuto risultati. I ripetuti atti di terrore hanno solo approfondito le divisioni, l’insicurezza e l’atmosfera di dubbio nel mondo. Dovremmo dare una possibilità alla pace, tramite il dialogo”: così Asif Ahmed Zakeria, parlamentare indiano musulmano esprime ad AsiaNews il suo dolore per il nuovo sanguinoso attentato di due giorni fa, che sembra aver origine nel fondamentalismo musulmano, pochi giorni prima che tutto il mondo ricordi la distruzione delle Torri gemelle di New York dieci anni fa.

“Condanno fermamente l’attentato a New Delhi, che ha stroncato dodici vite umane e ha lasciato una scia di distruzione, devastazione e ha aumentato il sospetto nel cuore degli esseri umani. Nessuna religione insegna la violenza o incoraggia atti di rappresaglia, e chi rivendica questo gesto è gente completamente disumana. La violenza non ha mai risolto nulla, ha solo generato più odio e orrore. Nessun essere umano sano può approvare atti di terrorismo che colpiscono vite innocenti”, afferma Asif Ahmed Zakeria.

Il parlamentare sottolinea come la tragedia dell’11 settembre abbia infangato il nome dell’islam, e creato immensi problemi per le comunità musulmane in tutto il mondo: “Il terrorismo dell’11 settembre ha creato un effetto a onda, che sta ancora causando devastazione per i musulmani normali”. E questa tragedia si è ripetuta: “E continua a dispiegarsi con terrificante periodica regolarità. I civili in Iraq e Afghanistan ne sopportano le conseguenze. E anche nella nostra India l’attentato al treno a Mumbai l’11 luglio 2006, le esplosioni nel bazaar di Zaveri nel luglio 2011 e gli attacchi terroristici coordinati a Mumbai nel novembre 2008 sono degli agghiaccianti ricordi del terrorismo”.

Zakeria non si nasconde le implicazioni internazionali di questo gioco tragico, e il possibile coinvolgimento del Pakistan: “Se una mano straniera è coinvolta, o se c’è una nazione che sponsorizza il terrorismo contro di noi, il nostro governo deve agire al massimo livello”, afferma. E aggiunge: “Come musulmani indiano condanno completamente e totalmente questi gesti: non c’è mai una giustificazione per la violenza. Il Corano non insegna a uccidere gli innocenti. Questi sono gruppi che hanno una loro agenda politica e manipolano la religione per inviare un messaggio falso. L’islam significa pace, e quelli che non sono dalla parte della pace non possono essere musulmani”.

Il parlamentare indiano vede segnali di speranza in ciò che sta accadendo in Medio oriente. “Le rivolte in Egitto, Siria e altri Paesi arabi sono il simbolo della rivoluzione contro regimi dittatoriali che hanno causato violenza, insicurezza e terrore. Il mondo musulmano si ribella contro ogni forma di violenza commessa sul suo suolo, e contro la violenza commessa verso la dignità umana. I musulmani nomali aborriscono la violenza e il terrore”.
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