14/12/2016, 09.02
NEPAL
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Nepal, prosciolti e liberati gli otto cristiani accusati di proselitismo tra i terremotati

di Christopher Sharma

Erano incolpati di aver forzato la conversione al cristianesimo nelle scuole. Il giudice ha stabilito che non esistono prove sufficienti a loro carico. Pastore liberato: “Eravamo felici di essere finiti in carcere a causa della fede”.

Kathmandu (AsiaNews) – Un tribunale del Nepal ha prosciolto da ogni accusa otto cristiani arrestati per proselitismo. I sette fedeli e il pastore protestante Shakti Pakhrin sono stati liberati dal giudice Lalkaji Shrestha perché il fatto non sussiste e non sono state presentate prove sufficienti contro di loro. Mons. Paul Simick, vicario apostolico del Nepal, commenta ad AsiaNews: “Noi crediamo nella legge e la sentenza ha stabilito in modo chiaro che il gruppo non stava facendo nulla di illegale. La Costituzione laica deve permettere a chiunque di praticare la propria fede”.

Dopo il rilascio, il pastore Pakhrin ha detto: “Sia fatta la volontà di Dio. Noi eravamo contenti di essere finiti in carcere a causa della fede. La grazia di Dio ha ristabilito la verità”.

C.B. Gahatraj, segretario generale della Federation of National Christian Nepal, afferma: “Le accuse erano false e la decisione del tribunale lo ha provato. Gli opuscoli riportavano solo la storia di Gesù”.

L’arresto risale al 9 giugno scorso, quando la polizia ha fermato il gruppo di sette fedeli intenti a distribuire materiale religioso cristiano ai bambini di una scuola di Dolakha, distretto settentrionale del Nepal, fra i più colpiti dal devastante terremoto dell’aprile 2015

Qualche giorno più tardi, il 14 giugno, le autorità hanno ordinato anche il fermo del pastore Pakhrin per legami con le persone già sotto inchiesta per proselitismo. In seguito a luglio è iniziato il processo contro gli imputati, fra i quali vi sono due insegnanti e attivisti che operano per l’associazione “Teach Nepal”, in prima fila nell’opera di ricostruzione post terremoto.

Secondo la nuova Carta fondamentale del Paese himalayano, ogni gesto con una finalità di evangelizzazione viene considerato proselitismo e perseguito a norma di legge. Il poliziotto Bhim Bahadur Baruwal, tra gli agenti che hanno arrestato e compilato la denuncia a carico dei cristiani, spiega: “Una persona è venuta da noi denunciando che essi stavano predicando il Vangelo e forzando gli studenti a leggere storie della vita di Gesù. A quel punto abbiamo applicato la legge del Nepal. Ora il tribunale li ha liberati e non abbiamo alcuna obiezione ad applicare la sentenza”.

P. Boniface Tigga, superiore dei gesuiti, aggiunge: “Noi non convertiamo nessuno. Piuttosto sono le persone a unirsi alla nostra comunità venendo che la nostra vita è migliore. In un Paese laico, ognuno deve essere libero di scegliere la propria fede. Gli accusati non stavano forzando nessuno”.

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