10/02/2018, 09.43
GIAPPONE
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Olimpiadi e mondiali, i giapponesi pregano nei santuari shinto per i loro atleti

Al tempio Gou Jinja, i tifosi dei pattinatori giapponesi pregano per la loro vittoria alle olimpiadi di PyeongChang. In Giappone, in occasione di importanti competizioni sportive è tradizione pregare per gli atleti i “dei dello sport”.

Kyoto (AsiaNews/Agenzie) – I tifosi dei due pattinatori giapponesi Satoko Miyahara e Yuzuru Hanyu si sono recati al santuario Goou Jinja, a Kyoto, per lasciare preghiere scritte in favore dei due atleti, impegnati questi giorni a gareggiare ai Giochi olimpici di di PyeongChang.

Il tempio è famoso per essere la casa delle divinità protettrici di gambe e della zona lombare. Si racconta che Wake no Kiyomaro (733-799), di stirpe nobile, sia rappresentato qui come una statua di un “inoshishi”, cinghiale giapponese. La leggenda vuole che durante un viaggio fosse stato ferito alle gambe, per poi essere curato dall’inoshishi.

La preghiera nei templi dedicati allo sport è una tradizione comune in Giappone, in prossimità di competizioni sportive importanti. In questo senso, il 2018 sarà un anno importante per gli atleti giapponesi, impegnati nelle Olimpiadi di PyeongChang e nei Mondiali di calcio in Russia.

Infatti, anche i templi dedicati ai giochi con la palla sono già oggetto di visite e preghiere. Si pensa che tale tendenza andrà ad aumentare con l’approssimarsi dell’estate, quando si terrà il Campionato mondiale di calcio. Uno di questi santuari è il Shiramine Jinguh, conosciuto per essere casa dei “dei del gioco della palla” e per ricevere in dono palloni ufficiali da parte di squadre di calcio professioniste.

Il santuario è visitato anche da atleti di altri discipline. La stessa pattinatrice olimpica Miyahara vi si era recata a pregare quando si era infortunata, la scorsa estate. “Ha pregato che i risultati del suo esercizio si vedessero,” commenta Yuko Kitamura, sacerdote del santuario, e aggiunge che questi luoghi stanno diventando sempre di più un “posto dove gli atleti possono riflettere su loro stessi”.

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