23/10/2007, 00.00
INDIA – MYANMAR
Invia ad un amico

Oltre 20mila cristiani del Manipur pregano per il Myanmar

di Nirmala Carvalho
Iniziata una campagna di preghiera per la libertà e la democrazia, che continuerà ogni domenica. Gruppi per la tutela dei diritti lottano perché l’India riconosca lo status di rifugiati ai profughi birmani e perché New Delhi affermi il rispetto dei diritti prima degli interessi commerciali.

New Delhi (AsiaNews) – In più di 100 chiese del distretto di Churachandpur e altrove nel nordorientale Stato del Manipur, oltre 20mila cristiani hanno iniziato il 21 ottobre una campagna di preghiera per libertà e la democrazia in Myanmar e hanno espresso solidarietà ai prigionieri politici e alla leader democratica Aung San Suu Kyi.

La campagna, organizzata dalla Myanmar Christians Fellowships (Mcf) e cui aderisce il gruppo Cristiani birmani in esilio, prevede anche preghiere pubbliche ogni domenica.

“Questa campagna – spiega Ko Lay, segretario generale di Mcf – vuole pregare per la pace, il ritorno delle democrazia e la liberazione di tutti i prigionieri politici in Myanmar”. Ma si prega anche per “i comandanti della giunta militare birmana, perché possano cambiare la mente e lasciare la via del male”.

Intanto Babloo Loitongban, direttore di Allarme diritti umani di Imphal (Manipur), denuncia ad AsiaNews che “dopo l’inizio della crisi, le autorità indiane hanno arrestato tre birmani per immigrazione illegale, ancora detenuti. Chiediamo che sia loro riconosciuto lo status di rifugiati, come anche stiamo facendo con altri birmani, tra cui molti studenti. A Imphal si sono rifugiati molti sindacalisti del Myanmar e diamo loro assistenza legale”. “Nel Myanmar occidentale, che confina con il Manipur, ci sono state proteste, ma meno forti che in altre zone, perché qui ci sono soprattutto città commerciali come Tamu e la popolazione trae buoni guadagni dal commercio con il Manipur e l’intera India”.

Il gruppo, che ha organizzato a Imphal un incontro pubblico e nel distretto di Churachanpur una marcia di solidarietà con la popolazione birmana, “è molto dispiaciuto per la debole reazione del governo indiano alla repressione in Myanmar” e ritiene New Delhi troppo determinata dalla preoccupazione per l’accesso alle fonti energetiche. “L’India – prosegue – è oggi rispettata nel sudest dell’Asia per i valori che ha sostenuto, ma ora vuole rinunciare a questi valori e seguire meri interessi commerciali. Ma un approccio agli Stati vicini fondato sul rispetto dei valori morali è di primaria importanza se l’India vuole mantenere la sua rispettabilità nella regione e nel mondo. Gli aspetti economici non debbono prevalere sui diritti umani. Altrimenti, nel lungo periodo ciò recherà danno anche ai commerci”. “Manipur e Myanmar non dividono solo un lungo confine ma anche un’antica storia. Una società birmana aperta e democratica può dare un grosso impulso allo sviluppo economico, politico e sociale nell’intera regione”. “La pressione internazionale sulla giunta militare è importante, ma è cruciale la risposta degli Stati vicini come Cina, Thailandia e India, soprattutto in questo momento” che la giunta permette l’ingresso dell’osservatore Onu e propone un dialogo con Aung San Suu Kyi.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Il ruolo della giunta birmana nell’attacco al festival dell’acqua di Yangon
17/04/2010
Demoso: bombardati una chiesa e un convento di suore
10/03/2022 11:10
La giunta birmana impedisce l'aiuto di cristiani e buddisti e aumenta la censura
20/08/2008
Tint Swe: “Il mondo è stanco delle dittature, anche di quella birmana”
20/12/2010
Le speranze di Aung San Suu Kyi, i timori di un attentato
15/11/2010


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”