05/05/2015, 00.00
PAKISTAN
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Pakistan: le minoranze religiose "entrano" nei libri di scuola

di Shafique Khokhar
I testi di storia destinati agli studenti di 13 e 15-16 anni conterranno riferimenti al ruolo che cristiani, indù e sikh hanno avuto nella costruzione del Paese dopo l’indipendenza. Un successo per la Pakistan Minorities Teachers’ Association (Pmta). Inserito anche il primo discorso di Ali Jinnah, fondatore del Pakistan indipendente, sulla libertà di religione e l’uguaglianza tra cittadini.

Faisalabad (AsiaNews) – Il ruolo che le minoranze religiose hanno avuto nella fondazione del Pakistan è citato in modo positivo nei libri scolastici liceali del Paese. Un successo della Pakistan Minorities Teachers’ Association (Pmta), che ha promosso, ottenuto e curato l’inserimento di alcune testimonianze significative nei testi di storia. Il presidente dell’associazione, il professore cristiano Anjum James Paul, commenta: “Questa novità sarà una risorsa per ridurre l’intolleranza verso cristiani, indù e sikh, perseguitati e discriminati in vari modi nella nazione”. “Il ruolo delle minoranze in Pakistan” è ora una sezione del capitolo VIII “Popolazione, società e cultura del Pakistan” nel volume Pakistan Studies, obbligatorio per gli studenti della decima classe (15-16 anni). Inoltre è stato inserito anche nel capitolo V “Lotta per il Pakistan”, nel libro di storia per l’ottava classe (terza media, 13 anni). Diverse parti del primo discorso ufficiale del fondatore del Pakistan Muhammad Ali Jinnah sono state inserite. In esso il Quaid-e-Azam (“Grande leader”) auspicava che il neo-nato Paese diventasse una democrazia pluralistica, basata sull’uguaglianza dei cittadini e sullo Stato di diritto. Di seguito, pubblichiamo alcuni estratti da “Il ruolo delle minoranze in Pakistan”. (Traduzione a cura di AsiaNews)

I diritti delle minoranze sono state pienamente protette nella Costituzione del Pakistan del 1973. Secondo la Costituzione, esse [le minoranze] hanno pieni diritti. Hanno completa libertà di culto secondo la loro religione, di eseguire i riti, di trasmettere e pubblicare i loro principi religiosi, e di creare le proprie organizzazioni religiose. È stata data loro una rappresentazione separata nella Costituzione del Pakistan. Il governo ha abolito il sistema elettivo separato e ha attuato il sistema misto. In questo modo, la tanto attesa domanda delle minoranze è stata soddisfatta. Nell’Assemblea nazionale 10 posti sono stati riservati per le minoranze; otto in quella del Punjab; nove in quella del Sindh; 11 in quella del Khyber Pukhtunkhwa; tre in quella del Balochistan. Nei nostri governi federale e provinciali è incluso almeno un ministro non-musulmano. Anche in campo economico i cittadini hanno uguali opportunità, così che essi possano migliorare le proprie condizioni finanziarie.

Per ottenere un impiego governativo, le minoranze hanno gli stessi diritti dei musulmani. La Costituzione del Pakistan fornisce uguali diritti politici, economici e sociali a tutti i cittadini, per cui si promuove la buona cittadinanza. Le minoranze che vivono in Pakistan dovrebbero conoscere i loro diritti e le loro responsabilità. È loro responsabilità essere fedeli al loro Paese. Elevandosi al di sopra di ogni tipo di pregiudizio, esse devono eleggere un rappresentante del popolo che dovrebbe lavorare per la stabilità del Paese.

Status delle minoranze alla luce del discorso del Quaid-e-Azam dell’11 agosto 1947

L’11 agosto 1947 il Quaid-e-Azam, nel tenere un discorso, sullo spazio che le minoranze hanno [nel Paese] ha detto: “Dopo la partizione dell’India, per le minoranze essere in uno Stato o nell’altro era inevitabile. Ognuno di voi, che sia il primo, il secondo o l’ultimo cittadino di questa nazione, ha uguali diritti, privilegi e obblighi. Non importa quali rapporti lui avesse con te in passato; non importa di quale colore, casta o credo egli sia; non importa a quale comunità appartenga; non ci sarà fine al progresso che farete. In questo Stato del Pakistan, voi siete liberi. Andate nei vostri templi, nelle moschee o negli altri luoghi di culto. La gestione dello Stato non ha nulla a che fare con la religione, la casta, il credo o la fede a cui appartenete.

Come saprete per quanto riguarda la storia, qualche tempo fa le condizioni in Inghilterra erano peggiori di quelle dell’India di oggi. I cattolici e i protestanti hanno commesso atrocità gli uni contro gli altri. Perfino oggi vi sono Paesi dove una specifica sezione [della società] subisce discriminazioni, e ai suoi membri si impongono restrizioni. Con la grazia di Allah, stiamo iniziando il nostro cammino in simili condizioni e in un’era dove tale discriminazione non è incoraggiata. Non si fa distinzione tra caste e fedi differenti. Stiamo partendo con questo principio di base che noi siamo uguali cittadini del nostro Stato.

Un giornalista ha chiesto al Quaid-e-Azam: “Può darci una breve dichiarazione, come governatore generale, sui problemi delle minoranze?”.

Il Quaid-e-Azam ha risposto: “Al momento, sono stato nominato governatore generale (diamo per certo per un momento il 15 agosto 1947 sarò davvero il governatore generale del Pakistan).

Dato questo assunto, lasciate che vi dica che le minoranze saranno protette. Non importa a quale fede appartengano. La loro religione e la loro fede saranno al sicure nella loro libertà di culto. Non ci saranno interferenze nella loro libertà di culto. La loro religione, la loro fede, la loro vita e la loro cultura sarà al sicuro. Senza alcuna discriminazione di casta, credo o fede, nel rispetto di tutti, essi saranno cittadini del Pakistan. Avranno diritti e privilegi. Le minoranze svolgeranno il loro ruolo negli affari dello Stato fintanto che saranno leali e benevoli nei confronti del Paese, nel vero senso della parola. Fino a quando avrò potere, essi non dovranno avere alcun dubbio. Mi aspetto che i musulmani in India riceveranno lo stesso tipo di giusto trattamento che noi intendiamo dare alle minoranze non-musulmane”.

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