15/02/2015, 00.00
VATICANO
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Papa: Cristo combatte i mali e le sofferenze del mondo facendosene carico e vincendoli con la forza della misericordia di Dio

All'Angelus, papa Francesco ripropone lo stile di Gesù di fronte al male, notando con ironia che egli "non si pone a distanza di sicurezza e non agisce per delega"; "non viene a 'tenere una lezione' sul dolore", ma prende "su di sé il peso della nostra condizione umana, ... per liberarci in modo radicale e definitivo". Una domanda per tutti: "Quando aiutate gli altri li guardate negli occhi, li accogliere senza paura di toccarli?". Gli auguri alle popolazioni dell'Estremo oriente per il Capodanno lunare. L'applauso per i nuovi cardinali.

Città del Vaticano (AsiaNews) - "Cristo combatte i mali e le sofferenze del mondo facendosene carico e vincendoli con la forza della misericordia di Dio": è il pensiero che papa Francesco ha ribadito ai pellegrini radunati in piazza san Pietro per la recita dell'Angelus, commentando il vangelo della liturgia di oggi (Marco 1, 40-45), che narra della guarigione di un lebbroso da parte di Gesù stendendo la mano per toccarlo. Il papa aveva sottolineato idee simili nella messa celebrata stamane nella basilica insieme ai nuovi 20 cardinali creati con il concistoro di ieri, ai quali ha indicato "la strada di Gesù: della misericordia e dell'integrazione".

Con gli oltre 50mila fedeli egli si è soffermato sugli stessi temi della "compassione di Gesù", il "patire-con", ma con un pizzico di ironia: "La misericordia di Dio supera ogni barriera e la mano di Gesù tocca il lebbroso. Egli non si pone a distanza di sicurezza e non agisce per delega, ma si espone direttamente al contagio del nostro male; e così proprio il nostro male diventa il luogo del contatto: Lui, Gesù, prende da noi la nostra umanità malata e noi prendiamo da Lui la sua umanità sana e risanante".

E ancora: "Il Vangelo ci mostra che cosa fa Dio di fronte al nostro male: non viene a 'tenere una lezione' sul dolore; non viene neanche ad eliminare dal mondo la sofferenza e la morte; viene piuttosto a prendere su di sé il peso della nostra condizione umana, a portarla fino in fondo, per liberarci in modo radicale e definitivo".

"A noi, oggi - ha aggiunto - il Vangelo della guarigione del lebbroso dice che, se vogliamo essere veri discepoli di Gesù, siamo chiamati a diventare, uniti a Lui, strumenti del suo amore misericordioso, superando ogni tipo di emarginazione. Per essere 'imitatori di Cristo"'(cfr 1 Cor 11,1)di fronte a un povero o a un malato, non dobbiamo avere paura di guardarlo negli occhi e di avvicinarci con tenerezza e compassione e di toccarlo e di abbracciarlo".

Scostandosi dal testo scritto, Francesco ha domandato ai pellegrini: "quando aiutate gli altri li guardate negli occhi, li accogliere senza paura di toccarli? Li accogliete con tenerezza? Li aiutate a distanza, o li abbracciate con tenerezza?".

"Se il male è contagioso - ha concluso -  lo è anche il bene. Pertanto, bisogna che abbondi in noi, sempre più, il bene. Lasciamoci contagiare dal bene e contagiamo il bene!".

Dopo la preghiera mariana, Francesco ha fatto gli auguri a tutte le popolazioni dei Paesi che nei prossimi giorni (a partire dal 19 febbraio) celebreranno il Capodanno lunare. Fra questi vi sono la Cina, Taiwan, il Vietnam, la Corea, il Giappone, la Thailandia.  "Tali festività - ha ricordato il papa - offrono loro la felice occasione di riscoprire e di vivere in modo intenso la fraternità, che è vincolo prezioso della vita familiare e basamento della vita sociale. Questo ritorno annuale alle radici della persona e della famiglia possa aiutare quei Popoli a costruire una società in cui si tessono relazioni interpersonali improntate a rispetto, giustizia e carità".

Il pontefice ha anche salutato tutti i fedeli venuti da diverse parti del mondo per festeggiare i 20 nuovi cardinali, e ha chiesto a tutti i presenti di dedicare loro un applauso. La folla immensa ha risposto con uno scrosciante applauso e con fischi di festa.

 

 

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