19/04/2015, 00.00
VATICANO
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Papa: Il ricordo e la preghiera per una “nuova tragedia” dei migranti, “fratelli nostri” che “cercavano la felicità”

Al Regina Caeli, papa Francesco fa pregare per le centinaia di vittime del barcone affondato al largo della Libia. Un appello alla comunità internazionale perché “agisca con decisione e prontezza”. “Ogni battezzato è chiamato a testimoniare, con le parole e con la vita, che Gesù è risorto, che è vivo e presente in mezzo a noi”. Il messaggio cristiano “non è una teoria, un’ideologia o un complesso sistema di precetti e divieti, oppure un moralismo, ma un messaggio di salvezza, un evento concreto, anzi una Persona: è Cristo risorto, vivente e unico Salvatore di tutti”. Il papa sarà a Torino il 21 giugno per onorare la Sindone, la cui ostensione comincia oggi.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Un “ricordo” e una “preghiera” per i morti e le loro famiglie e un accorato appello alla comunità internazionale perché “agisca con decisione e prontezza”, affinché non si ripetano “tragedie” simili: papa Francesco ha espresso così la sua partecipazione alla notizia dell’affondamento di un barcone al largo delle coste libiche, che avrebbe fatto morire 700 migranti su di esso imbarcati. Il barcone proveniva dall’Egitto; una nave giunta nelle vicinanze ha ricuperato finora solo 28 persone vive.

Dopo il Regina Caeli di oggi, scandendo con lentezza ogni parola, Francesco ha detto: “Cari fratelli e sorelle, stanno giungendo in queste ore notizie relative ad una nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo. Un barcone carico di migranti si è capovolto la scorsa notte a circa 60 miglia dalla costa libica e si teme vi siano centinaia di vittime. Esprimo il mio più sentito dolore di fronte a una tale tragedia ed assicuro per gli scomparsi e le loro famiglie il mio ricordo e la mia preghiera. Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi”.

Rivolgendosi poi alle decine di migliaia di pellegrini nella piazza, egli ha aggiunto a braccio: “Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerre. Cercano una vita migliore. Cercavano la felicità. Vi invito a pregare in silenzio prima e poi tutti insieme per questi fratelli e sorelle”.

E dopo un breve silenzio, il papa ha intonato un’Ave Maria, recitata da tutti i presenti.

In precedenza, il papa si è soffermato sulle letture della messa di oggi (III Domenica di Pasqua, B), in cui “risuona per due volte la parola ‘testimoni’”. “Ogni battezzato – ha spiegato - è chiamato a testimoniare, con le parole e con la vita, che Gesù è risorto, che è vivo e presente in mezzo a noi”.

Il pontefice si è poi soffermato a spiegare “chi è il testimone”. “Il testimone – ha detto - è uno che ha visto, che ricorda e racconta. Vedere, ricordare e raccontare sono i tre verbi che ne descrivono l’identità e la missione. Il testimone è uno che ha visto, con occhio oggettivo, ha visto una realtà, ma non con occhio indifferente; ha visto e si è lasciato coinvolgere dall’evento. Per questo ricorda, non solo perché sa ricostruire in modo preciso i fatti accaduti, ma perché quei fatti gli hanno parlato e lui ne ha colto il senso profondo. Allora il testimone racconta, non in maniera fredda e distaccata, ma come uno che si è lasciato mettere in questione, e da quel giorno ha cambiato vita”.

 

“Il contenuto della testimonianza cristiana – ha continuato - non è una teoria, un’ideologia o un complesso sistema di precetti e divieti, oppure un moralismo, ma un messaggio di salvezza, un evento concreto, anzi una Persona: è Cristo risorto, vivente e unico Salvatore di tutti. Egli può essere testimoniato da quanti hanno fatto esperienza personale di Lui, nella preghiera, nella sua Chiesa, attraverso un cammino che ha il suo fondamento nel Battesimo, il suo nutrimento nell’Eucaristia, il suo sigillo nella Confermazione, la sua continua conversione nella Penitenza. Grazie a questo cammino, sempre guidato dalla Parola di Dio, ogni cristiano può diventare testimone di Gesù risorto. E la sua testimonianza è tanto più credibile quanto più traspare da un modo di vivere evangelico, gioioso, coraggioso, mite, pacifico, misericordioso. Se invece il cristiano si lascia prendere dalle comodità, dalla vanità, dall’egoismo, se diventa sordo e cieco alla domanda di “risurrezione” di tanti fratelli, come potrà comunicare Gesù vivo, la potenza liberatrice di Gesù vivo e la sua tenerezza infinita?”.

“Maria nostra Madre – ha concluso -  ci sostenga con la sua intercessione, affinché possiamo diventare, con i nostri limiti, ma con la grazia della fede, testimoni del Signore risorto, portando alle persone che incontriamo i doni pasquali della gioia e della pace”.

Prima di salutare e di augurare “buon pranzo”, Francesco ha ricordato a tutti che oggi inizia a Torino la solenne ostensione della sacra Sindone. Per venerarla, il papa si recherà a Torino il prossimo 21 giugno. “Auspico – ha aggiunto - che questo atto di venerazione ci aiuti tutti a trovare in Gesù Cristo il Volto misericordioso di Dio, e a riconoscerlo nei volti dei fratelli, specialmente i più sofferenti”.

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