18/08/2011, 00.00
VATICANO - GMG
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Papa: Madrid, capitale dei giovani del mondo

Alla cerimonia di accoglienza, Benedetto XVI saluta i giovani presenti, ma anche quelli che non sono venuti; chiede a tutti di riscoprire la fede in Cristo “perché il suo messaggio di speranza e amore abbia eco anche nel cuore di quelli che non credono o si sono allontanati dalla Chiesa”. I doni dei giovani: caffè, riso, pane e sale, una ghirlanda di fiori, un sombrero.
Madrid (AsiaNews) - La “bella città di Madrid” è “oggi capitale dei giovani del mondo, a cui tutta la Chiesa volge i suoi occhi”: è la definizione data da Benedetto XVI alla capitale spagnola, al suo primo incontro coi giovani stasera nella cerimonia di accoglienza nella centrale Plaza de Cibeles.

E in effetti centinaia di migliaia di giovani da tutti i continenti sono radunati nella piazza e nelle vie laterali in accostamenti multicolori per bandiere, magliette, cappelli, cappellini, fazzoletti, sciarpe per un saluto al pontefice giunto stamane da Roma e per un primo incontro di preghiera con lui.
In precedenza il papa aveva ricevuto l’omaggio del sindaco di Madrid, che gli ha offerto le chiavi della città. Benedetto XVI ringrazia tutti, ma in particolare i giovani “per la splendida accoglienza che mi avete riservato entrando nella città, segno del vostro amore e della vostra vicinanza al Successore di Pietro”. E aggiunge: “è una gioia immensa incontrarmi qui con voi”.

La cerimonia di saluto è molto semplice e affettuosa. Cinque giovani di cinque diversi continenti gli hanno portato dei doni tipici delle loro terre: pane e sale dalla Polonia; caffè dal Sudafrica; fiori dal Giappone; riso dalla Corea; un sombrero dalle Americhe.

Il papa prova il cappello, indossa la ghirlanda di fiori, ringrazia tutti e guarda “i giovani del mondo”. Anzitutto il numero sterminato davanti a lui: “Con la vostra presenza e la partecipazione alle celebrazioni – dice - il nome di Cristo risuonerà in ogni angolo di questa illustre città”. Ma egli guarda anche più lontano: “Preghiamo – aggiunge - perché il suo messaggio di speranza e amore abbia eco anche nel cuore di quelli che non credono o si sono allontanati dalla Chiesa”.

E nei saluti in diverse lingue – accolti da boati, canti e sventolii di bandiere – continua a invitare tutti i giovani presenti a “cercare sempre. Cercate soprattutto la verità, che non è un’idea, un’ideologia o uno slogan, ma una Persona, il Cristo, Dio stesso venuto tra gli uomini!”. E subito dopo: “con la mia fede contribuisco anche ad aiutare gli altri nella fede”.

Anche nel suo primo discorso ai giovani, dopo la proclamazione del vangelo, egli ha salutato “con affetto tutti coloro che sono qui radunati… e anche coloro che non sono potuti venire. Vi tengo sempre presenti e prego per voi”.

Riprendendo il tema della Gmg di quest’anno (“Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”) e commentando il vangelo della casa costruita sulla roccia (Matteo 7,24-27), egli ha invitato ad “accogliere le parole di Gesù e metterle in pratica”.

“Vi sono parole – aggiunge - che servono solamente per intrattenere e passano come il vento; altre istruiscono la mente in alcuni aspetti; quelle di Gesù, invece, devono giungere al cuore, radicarsi in esso e forgiare tutta la vita. Senza ciò, rimangono vuote e divengono effimere. Esse non ci avvicinano a Lui. E, in tal modo, Cristo continua ad essere lontano, come una voce tra molte altre che ci circondano e alle quali ci siamo già abituati”.

Da qui l’invito: “Approfittate di questi giorni per conoscere meglio Cristo e avere la certezza che, radicati in Lui, il vostro entusiasmo e la vostra allegria, i vostri desideri di andare oltre, di raggiungere ciò che è più elevato, fino a Dio, hanno sempre un futuro certo, perché la vita in pienezza dimora già nel vostro essere. Fatela crescere con la grazia divina, generosamente e senza mediocrità, prendendo in considerazione seriamente la meta della santità”.

“Edificando sulla ferma roccia – continua - non solamente la vostra vita sarà solida e stabile, ma contribuirà a proiettare la luce di Cristo sui vostri coetanei e su tutta l’umanità, mostrando un’alternativa valida a tanti che si sono lasciati andare nella vita, perché le fondamenta della propria esistenza erano inconsistenti. A tanti che si accontentano di seguire le correnti di moda, si rifugiano nell’interesse immediato, dimenticando la giustizia vera, o si rifugiano nelle proprie opinioni invece di cercare la verità senza aggettivi”.

“Sì, ci sono molti che, credendosi degli dei, pensano di non aver bisogno di radici, né di fondamenti che non siano essi stessi. Desidererebbero decidere solo da sé ciò che è verità o no, ciò che è bene o male, giusto e ingiusto; decidere chi è degno di vivere o può essere sacrificato sull’altare di altre prospettive; fare in ogni istante un passo a caso, senza una rotta prefissata, facendosi guidare dall’impulso del momento. Queste tentazioni sono sempre in agguato. È importante non soccombere ad esse, perché, in realtà, conducono a qualcosa di evanescente, come un’esistenza senza orizzonti, una libertà senza Dio. Noi, in cambio, sappiamo bene che siamo stati creati liberi, a immagine di Dio, precisamente perché siamo protagonisti della ricerca della verità e del bene, responsabili delle nostre azioni, e non meri esecutori ciechi, collaboratori creativi nel compito di coltivare e abbellire l’opera della creazione. Dio desidera un interlocutore responsabile, qualcuno che possa dialogare con Lui e amarlo. Per mezzo di Cristo lo possiamo conseguire veramente e, radicati in Lui, diamo ali alla nostra libertà. Non è forse questo il grande motivo della nostra gioia? Non è forse questo un terreno solido per edificare la civiltà dell’amore e della vita, capace di umanizzare ogni uomo?”.

E quasi a conclusione afferma: “Allora sarete beati, felici, e la vostra allegria contagerà gli altri. Si domanderanno quale sia il segreto della vostra vita e scopriranno che la roccia che sostiene tutto l’edificio e sopra la quale si appoggia tutta la vostra esistenza è la persona stessa di Cristo, vostro amico, fratello e Signore, il Figlio di Dio fatto uomo, che dà consistenza a tutto l’universo”.

L’incontro di è concluso col canto del Padre Nostro in latino, mentre centinaia di bandiere ondeggiano dolcemente e su Madrid scende la sera.
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