11/08/2019, 12.12
VATICANO
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Papa: Vivere e agire su questa terra avendo nel cuore la nostalgia del cielo

All’Angelus papa Francesco suggerisce gli atteggiamenti per “cogliere il passaggio di Dio nella propria vita”. “Le vesti strette ai fianchi”, come i pellegrini, e “mantenere le lampade accese”, per illuminare con la fede “le tante ‘notti’ della vita”. La gioia eterna del paradiso… : … non saranno più i servi, cioè noi, a servire Dio, ma Dio stesso si metterà a nostro servizio”. Il 70mo anniversario delle Convenzioni di Ginevra, che “impongono limiti all’uso della forza e sono volti alla protezione di civili e prigionieri in tempo di guerra”. Guerra e terrorismo sono “la grande sconfitta umana”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Bisogna vivere e agire su questa terra avendo nel cuore la nostalgia del cielo”: lo ha detto papa Francesco oggi prima della preghiera dell’Angelus con i pellegrini radunati in piazza san Pietro. Commentando il vangelo della domenica (19ma per anno, C, Lc 12,32-48), che parla della “continua vigilanza, per cogliere il passaggio di Dio nella propria vita”, Francesco ha sottolineato che il brano evangelico suggerisce due modalità:” Anzitutto «le vesti strette ai fianchi», un’immagine che richiama l’atteggiamento del pellegrino, pronto per mettersi in cammino. Si tratta di non mettere radici in comode e rassicuranti dimore, ma di abbandonarsi con semplicità e fiducia alla volontà di Dio, che ci guida verso la meta successiva. Infatti, chi si fida di Dio sa bene che la vita di fede non è qualcosa di statico, ma è dinamica: è un percorso continuo, per dirigersi verso tappe sempre nuove, che il Signore stesso indica giorno dopo giorno”. Il secondo atteggiamento è “mantenere «le lampade accese»”: “Siamo invitati, cioè, a vivere una fede autentica e matura, capace di illuminare le tante ‘notti’ della vita. La lampada della fede richiede di essere alimentata di continuo, con l’incontro cuore a cuore con Gesù nella preghiera e nell’ascolto della sua Parola. Questa lampada ci è affidata per il bene di tutti”. E qui il papa ha ricordato ancora una volta il consiglio che ogni fedele porti con sé un vangelo per leggerne qualche parte ogni giorno.

“La vita – ha aggiunto - è un cammino verso l’eternità; pertanto, siamo chiamati a far fruttificare tutti i talenti, senza mai dimenticare che «non abbiamo qui la città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura» (Eb 13,14). In questa prospettiva, ogni istante diventa prezioso, per cui bisogna vivere e agire su questa terra avendo nel cuore la nostalgia del cielo”.

“Noi non possiamo capire davvero in cosa consista questa gioia suprema, tuttavia Gesù ce lo fa intuire con la similitudine del padrone che trovando ancora svegli i servi al suo ritorno, «si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli» (v. 37). La gioia eterna del paradiso si manifesta così: la situazione si capovolgerà, e non saranno più i servi, cioè noi, a servire Dio, ma Dio stesso si metterà a nostro servizio”.

Dopo la preghiera mariana, il pontefice ha ricordato che “domani ricorre il 70° anniversario delle Convenzioni di Ginevra, importanti strumenti giuridici internazionali che impongono limiti all’uso della forza e sono volti alla protezione di civili e prigionieri in tempo di guerra”.

“Possa questa ricorrenza – ha aggiunto - rendere gli Stati sempre più consapevoli della necessità imprescindibile di tutelare la vita e la dignità delle vittime dei conflitti armati. Tutti sono tenuti a osservare i limiti imposti dal diritto internazionale umanitario, proteggendo le popolazioni inermi e le strutture civili, specialmente ospedali, scuole, luoghi di culto, campi-profughi. E non dimentichiamo che la guerra e il terrorismo sono sempre una grave perdita per l’intera umanità. Sono la grande sconfitta umana”.

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