19/03/2015, 00.00
VATICANO
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Papa: due anni di Francesco, popolare anche tra i "lontani"

Nel giorno di san Giuseppe del 2013 la cerimonia di inizio del pontificato. Citato anche da Obama, piace anche a coloro che sono critici vero la Chiesa, che ne amano più i gesti che le parole, spesso ridotte a slogan. "Ha voluto chiamarsi Francesco perché i poveri erano al centro della sua attenzione". Il terzo anno di pontificato sarà per molti versi cruciale perché ci sono appuntamenti come il Sinodo sulla famiglia e soprattutto il Giubileo della misericordia che avranno un prevedibile grande impatto fuori e dentro la Chiesa, come lo avrà anche la prevista riforma della Curia romana

Roma (AsiaNews) - A due anni dalla celebrazione della messa con la quale iniziava il suo pontificato, i "numeri" di papa Francesco sono impressionanti, talvolta superiori a quelli di un papa amato come Giovanni Paolo II. E' un giudizio plebiscitariamente positivo (lo è, dicono  alcuni sondaggi, quello di quasi il 90% degli italiani e dei cattolici statunitensi) confermato dai circa 15 milioni di persone hanno partecipato a suoi incontri, 19 milioni gli utenti che lo seguono su Twitter, al quale si uniscono una evidente simpatia della maggior parte dei media mondiali e la cura che leader politici di ogni colore e di ogni provenienza - con poche, seppur significative eccezioni - mettono nell'incontrarlo. La sua affermazione "com'è possibile che i giornali non scrivano una riga quando un anziano clochard muore di freddo mentre una variazione di due punti della Borsa finisce sulle prime pagine?", è stata usata anche dal presidente Obama.

Francesco piace. Piace ai "lontani", a coloro che sono critici vero la Chiesa, considerata "istituzione", "potere" e "oppressione". Costoro del suo magistero sottolineano più i gesti che le parole, spesso ridotte a slogan. Come l'ormai celebre "chi sono io per giudicare", detto in risposta a una domanda sui gay postagli da un giornalista il 28 luglio 2013 sul volo di ritorno da Rio de Janeiro, della quale si omette sempre sia il precedente "se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà", sia il successivo espresso riferimento al "Catechismo della Chiesa Cattolica". O evitano di parlare di affermazioni come "Gesù è 'l'unica porta' per entrare nel Regno di Dio, "tutti gli altri sentieri sono ingannevoli, non sono veri, sono falsi".

Piace naturalmente anche alla maggior parte dei cattolici praticanti. E oggi si vede che una frase detta due anni fa, durante quella cerimonia, era in certo modo un programma. "Non dimentichiamo mai - disse - che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l'intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli".

"Ha voluto chiamarsi Francesco - ha evidenziato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana - perché i poveri erano al centro della sua attenzione. E sappiamo che sono i poveri in un senso molto ampio: sono tutte le persone violate nella loro dignità, non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista spirituale, della povertà di rapporti sociali e così via. E in questo, Francesco manifesta una grande attenzione e ha portato anche all'attenzione pubblica tanti aspetti significativi per la dignità della persona umana: i problemi dei migranti, dei rifugiati, i problemi delle nuove schiavitù, i problemi del traffico di organi e di persone umane, i problemi dell'emarginazione degli anziani o dei malati ...".

E dei cristiani. Soprattutto negli ultimi tempi, ai tanti appelli per la pace si sono unite le denunce dei cristiani "uccisi perché cristiani", uccisioni "che il mondo cerca di nascondere". Cristiani, ha sottolineato più volte, e non solo cattolici a indicare  quell'"ecumenismo del sangue" che mostra la strada per superare antiche divisioni. Via evidenziata in particolare nei viaggi in Terra Santa e in Turchia dagli incontri con il patriarca Bartolomeo.

Questo ormai iniziato terzo anno di pontificato sarà per molti versi cruciale perché ci  sono appuntamenti come il Sinodo sulla famiglia e soprattutto il Giubileo della misericordia che avranno un prevedibile grande impatto fuori e dentro la Chiesa, come lo avrà anche la prevista riforma della Curia romana. Per tutti e tre è facile prevedere plausi e alcune polemiche. Che non dovrebbero modificare la popolarità mondiale e l'affetto dei fedeli che accompagnano il Papa venuto "dalla fine del mondo". (FP)

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