01/02/2016, 11.21
VATICANO
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Papa: l’umiltà è la strada della santità e “l’unica strada per l’umiltà è l’umiliazione”

Commentando la vicenda di re David, Francesco osserva che egli era un peccatore, ma non un corrotto. “Il fine di Davide, che è la santità, viene tramite l’umiliazione. Il fine della santità che Dio regala ai suoi figli, regala alla Chiesa, viene tramite l’umiliazione del suo Figlio, che si lascia insultare, che si lascia portare sulla Croce – ingiustamente … E questo Figlio di Dio che si umilia, è la strada della santità”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – L’umiltà è la strada della santità e “l’unica strada per l’umiltà è l’umiliazione”. E’ quanto affermato da papa Francesco nella messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, commentando la vicenda del re Davide che, consapevole del proprio peccato, accetta le umiliazioni con spirito di fiducia nel Signore. Perché David è un peccatore, ma non un corrotto e Dio perdona il peccato, “ma le ferite di una corruzione difficilmente guariscono”.

Re David, ha detto il Papa, “è a un passo dall’entrare nella corruzione”, ma il profeta Nathan, inviato da Dio, gli fa capire il male che aveva compiuto. David è dunque peccatore ma non corrotto, perché “un corrotto non se ne rende conto”. “Ci vuole una grazia speciale per cambiare il cuore di un corrotto. E David, che aveva il cuore nobile, ancora: ‘Ah, è vero: ho peccato!’, riconosce la sua colpa. E cosa dice Nathan? ‘Il Signore perdona il tuo peccato, ma la corruzione che tu hai seminato crescerà. Tu hai ucciso un innocente per coprire un adulterio. La spada non si allontanerà mai dalla tua Casa’. Dio perdona il peccato, Davide si converte ma le ferite di una corruzione difficilmente guariscono. Lo vediamo in tante parti del mondo”.

David si trova a dover affrontare il figlio Assalonne, ormai corrotto, che gli fa guerra. Ma il re riunisce i suoi e decide di lasciare la città e lascia tornare indietro l’Arca, non usa Dio per difendersi. Se ne va “per salvare il suo popolo”. “E questa è la strada di santità che David, dopo quel momento in cui era entrato nella corruzione, incomincia a fare”.

David dunque piangendo e con il capo coperto lascia la città e c’è chi lo insegue per insultarlo. Fra questi, Simei che gli dice “sanguinario”, lo maledice. David accetta questo perché “se maledice, è perché il Signore” glielo ha detto. “Poi David disse ai suoi servi: ‘Ecco, il figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita’. Assalonne. ‘E allora, questo beniaminita lasciatelo maledire, poiché glielo ha ordinato il Signore’. David sa vedere i segni: è il momento della sua umiliazione, è il momento nel quale lui sta pagando la sua colpa. ‘Forse il Signore guarderà alla mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi’, e si affida nelle mani del Signore. Questo è il percorso di David, dal momento della corruzione a questo affidamento nelle mani del Signore. E questa è santità. Questa è umiltà”.

“Io – ha proseguito Francesco – penso ognuno di noi, se qualcuno ci dice qualcosa, una cosa brutta“, “subito cerchiamo di dire che non è vero”. Oppure facciamo come Simei: “Diamo una risposta più brutta ancora”. “L’umiltà soltanto può arrivare a un cuore tramite le umiliazioni. Non c’è umiltà senza umiliazioni, e se tu non sei capace di portare alcune umiliazioni nella tua vita, non sei umile”. E’ semplice, è “matematico”.

“L’unica strada per l’umiltà è l’umiliazione. Il fine di Davide, che è la santità, viene tramite l’umiliazione. Il fine della santità che Dio regala ai suoi figli, regala alla Chiesa, viene tramite l’umiliazione del suo Figlio, che si lascia insultare, che si lascia portare sulla Croce – ingiustamente … E questo Figlio di Dio che si umilia, è la strada della santità. E David, con il suo atteggiamento, profetizza questa umiliazione di Gesù. Chiediamo al Signore la grazia, per ognuno di noi, per tutta la Chiesa, la grazia dell’umiltà, ma anche la grazia di capire che non è possibile essere umili senza umiliazione”.

 

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