21/03/2020, 10.18
VATICANO
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Papa: preghiamo per le famiglie che non possono uscire di casa

Nella messa in Casa santa Marta, trasmessa in streaming, papa Francesco esalta la preghiera del pubblicano. “Dobbiamo avvicinarci al Signore con umiltà”. “Pregare con l’anima nuda, senza trucco, senza travestirsi delle proprie virtù”. La preghiera per la comunione spirituale.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Nella messa trasmessa in streaming da Casa santa Marta, stamattina papa Francesco ha pregato per “le famiglie che non possono uscire di casa”, a causa dell’isolamento forzato dovuto all’emergenza coronavirus.

Introducendo la celebrazione egli ha detto: “Oggi vorrei ricordare le famiglie che non possono uscire di casa. Forse l’unico orizzonte che hanno è il balcone. E lì dentro, la famiglia, con i bambini, i ragazzi, i genitori: perché sappiano trovare il modo di comunicare bene, di costruire rapporti di amore nella famiglia, e sappiano vincere le angosce di questo tempo insieme, in famiglia. Chiediamo la pace delle famiglie oggi, in questa crisi, e per la creatività”.

Francesco – come moltissimi sacerdoti in questo periodo – celebra la messa senza popolo, esprimendo ogni giorno un’intenzione speciale legata alla pandemia: per i medici e gli infermieri, per i defunti a causa del Covid-19, per i carcerati, ecc…

Nell’omelia egli ha commentato le letture del giorno (Osea 6, 1-6 e Luca 18, 9-14), soffermandosi soprattutto sulla parabola evangelica del fariseo e del pubblicano.

“Nel Vangelo – ha detto - Gesù ci insegna come pregare. Ci sono due uomini, uno un presuntuoso che va a pregare, ma per dire che è uno bravo, come se dicesse a Dio: “Ma guarda, sono così bravo: se hai bisogno di qualcosa, dimmi, io risolvo il Tuo problema”. Così si rivolge a Dio. Presunzione…

Poi c’è l’altro, il pubblicano. Che non va davanti all’altare, no: resta a distanza. ‘Fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo. Si batteva il petto dicendo: «Dio, abbi pietà di me peccatore»’”.

“Il Signore – ha spiegato - ci insegna come pregare, come avvicinarci, come dobbiamo avvicinarci al Signore: con umiltà. C’è una bella immagine nell’inno liturgico della festa di San Giovanni Battista. Dice che il popolo si avvicinava al Giordano per ricevere il battesimo, ‘nuda l’anima e i piedi’: pregare con l’anima nuda, senza trucco, senza travestirsi delle proprie virtù. Lui, lo abbiamo letto all’inizio della Messa, perdona tutti i peccati ma ha bisogno che io gli faccia vedere i peccati, con la mia nudità. Pregare così, nudi, con il cuore nudo, senza coprire, senza avere fiducia neppure in quello che ho imparato sul modo di pregare”.

Anche oggi, la celebrazione si è conclusa con l’adorazione eucaristica e la benedizione. A causa del divieto governativo nel tenere messe con il popolo, è divenuto molto difficile ricevere l’eucaristia. Per questo, papa Francesco ha ricordato la possibilità della comunione spirituale, e ha recitato la tradizionale preghiera: “Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell’anima mai. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. E come già venuto, Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che abbia mai a separarmi da Te”.

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