04/12/2014, 00.00
IRAQ
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Parlamentare cristiano: L’accordo sul petrolio con i curdi, segno positivo per l’Iraq

Il governo centrale e la regione autonoma hanno raggiunto un compromesso sulla gestione del greggio. A Baghdad andranno 550mila barili al giorno; Erbil riceverà il 17% del bilancio nazionale, per pagare i salari e sostenere i Peshmerga. Dietro l’accordo, che rafforza il premier Abadi, l’obiettivo comune della lotta contro lo Stato islamico.

Baghdad (AsiaNews) - "L'accordo sul petrolio fra Baghdad ed Erbil è un segno molto positivo", che garantirà per il futuro "un rapporto migliore fra le autorità federali e il governo regionale curdo (Krg)"; una distensione nelle relazioni, dopo un decennio di conflitti e scontri sulla gestione del greggio e dei proventi a esso legati, "si rifletterà in maniera positiva in tutti i settori: la sicurezza, l'economia, la politica e la stabilità in Iraq". È quanto afferma ad AsiaNews il parlamentare cristiano Yonadam Kanna, leader dell'Assyrian Democratic Movement, membro della Commissione parlamentare sul Lavoro e gli affari sociali. Nei giorni scorsi il governo centrale irakeno e i vertici del Krg, nel nord del Paese, hanno raggiunto un accordo che mette fine all'annosa disputa sulle esportazioni di petrolio e sulla nuova legge di bilancio.

A dare l'annuncio il ministro delle Finanze di Baghdad Hoshyar Zebari, il quale precisa che il governo curdo manderà 550mila barili di greggio al giorno (250mila dai pozzi attorno a Erbil e altri 300mila da Kirkuk) al ministero del Petrolio irakeno; in cambio, i curdi riceveranno una quota mensile del 17% del bilancio nazionale per la loro regione, come da Costituzione. A questo si aggiungeranno rate fino a un miliardo di dollari, per sostenere i combattenti Peshmerga impegnati nella lotta contro le milizie dello Stato islamico. 

La disputa sul petrolio fra Baghdad ed Erbil ha rappresentato una minaccia per il governo di unità nazionale del neo premier Haider al-Abadi, una coalizione formata da diverse fazioni politiche, etniche e religiose che costituiscono il panorama irakeno. In passato anche il Patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako era intervenuto sulla controversia, puntando il dito contro politici "cui interessa solo il petrolio", mentre il Paese "va verso la guerra civile". 

Il nuovo esecutivo, dopo anni di divisioni e lotte settarie sotto l'ex Primo Ministro Nouri al Maliki, deve fronteggiare i terroristi dello SI, che hanno conquistato ampie porzioni di nel nord e nell'ovest. Per il ministro Zebari l'accordo è un successo per entrambi i fronti, perché assicura maggiore "stabilità" e contribuisce ad alimentare le risorse a disposizione del governo irakeno, in difficoltà "per il crollo nei prezzi" del greggio. 

Analisti ed esperti di politica internazionale affermano che l'accordo indica che il Paese, impegnato in una dura guerra con gli islamisti, intende a restare unito. Esso è un segnale confortate anche per il nuovo governo centrale, che ha saputo ottenere l'adesione della minoranza curda. In cambio, a Erbil andranno i dollari necessari per sostenere le proprie truppe - salari e armamenti - e difendere i territori (e i pozzi petroliferi) dall'avanzata dello SI. Al premier Abadi, sciita, resta il compito - ben più duro - di conquistare il sostegno della minoranza araba sunnita, relegata ai margini dall'ex Primo Ministro al Maliki. Fra i due fronti si è creata una frattura netta, che ha favorito l'avanzata delle milizie islamiste, accolte in alcuni casi con entusiasmo dai sunniti nell'ovest. 

Ottimismo sulle prospettive del nuovo governo viene manifestato anche dal parlamentare cristiano, secondo cui l'esecutivo "viaggia nella giusta direzione, sebbene sia sempre soggetto alle minacce e alle pressioni dello Stato islamico". Tuttavia, aggiunge Yonadam Kanna, vi sono "passi positivi nella lotta al terrorismo e nel garantire maggiore stabilità all'Iraq". E anche in tema di economia, il premier Abadi "vanta l'esperienza e la competenza necessari", anche se il quadro attuale si presenta "molto difficile: detto questo, restiamo fiduciosi perché possa raggiungere gli obiettivi prefissati". 

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