15/03/2013, 00.00
IRAQ – VATICANO
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Patriarca caldeo: papa Francesco, speranza di una “vera” Primavera araba

Per Mar Louis Raphael I Sako la scelta è “una sorpresa” frutto dell’opera “dello Spirito Santo”. Gli anni della dittatura in Argentina, il dialogo con musulmani ed ebrei di Buenos Aires fattori importanti “perché saprà incoraggiare la gente a non lasciarsi vincere dalla disperazione”. Il valore della missione per la Chiesa universale.

Baghdad (AsiaNews) - L'elezione di papa Francesco "è un evento molto importante per la Chiesa caldea, i cristiani del Medio oriente e i Paesi che hanno vissuto la Primavera araba", perché la sua testimonianza "saprà orientarci e guidarci fuori dall'inverno, verso una vera Primavera". È quanto afferma ad AsiaNews sua Beatitudine Mar Louis Raphael I Sako, patriarca della Chiesa caldea irakena, commentando l'ascesa al soglio petrino dell'argentino Jorge Bergoglio, ex arcivescovo di Buenos Aires. Le violenze e le difficoltà attraversate dalla nazione sud-americana nel recente passato, fra cui una sanguinaria dittatura militare, sono un bagaglio fondamentale per il nuovo pontefice: "E' un aspetto positivo - commenta il Patriarca - perché ha vissuto in prima persona questi eventi e saprà incoraggiare la gente a credere davvero in un cambiamento, a non lasciarsi vincere dalla disperazione e dallo scoramento".

La scelta del porporato argentino "è una sorpresa per tutti", sottolinea Mar Louis Raphael I, "per il Paese di provenienza e per l'età. Si vede che la scelta è frutto dello Spirito Santo, che ha lo ha voluto a guida della Chiesa in questo periodo critico e difficile". Siamo colpiti dalla sua semplicità, aggiunge, dalla sua bontà , dal modo "diretto al cuore" nel parlare alle persone. "Non parla con la carta - aggiunge - ma col cuore" e questo atteggiamento "ha segnato nel profondo anche il nostro popolo".

Intronizzazione a Baghdad il 6 marzo scorso, dopo la nomina a Patriarca avvenuta nel mini-conclave caldeo a Roma di fine gennaio, Sua Beatitudine conferma la "partecipazione alla messa inaugurale del pontificato, il prossimo 19 marzo festa di San Giuseppe". "Lo sentiamo vicino - racconta - perché viene da una realtà, l'America Latina, che ha molti problemi simili al nostro: povertà, crisi, sfruttamento da parte di poteri forti. Papa Francesco ha una profonda esperienza del valore della giustizia, della pace, della libertà e della dignità umana e per questo sarà vicino al mondo arabo e ai cristiani di questi Paesi".

In tema di dialogo interreligioso, il Patriarca caldeo ricorda gli incontri promossi dal nuovo pontefice durante gli anni alla guida dell'arcidiocesi di Buenos Aires con musulmani ed ebrei: "è un uomo del dialogo - conferma - e di incontro, che va oltre i dogmi e parla attraverso la vicinanza e l'amicizia".

Infine la missione, un compito fondamentale per ogni cristiani e già rilanciato dal papa gesuita. "Egli mostra bene l'universalità della Chiesa cattolica che non è limitata a un Paese, a una lingua, a un'etnia. È aperta e mostra la sua grandezza nel servire il Vangelo". A nome dei cristiani irakeni, conclude il Patriarca Sako, gli assicuro "la nostra vicinanza e la nostra fedeltà: è il nostro padre, il nostro sommo pastore e quando parla tutte le Chiese del mondo, anche la più piccola come la nostra in Iraq, si sente parte di questa universalità che è fonte di fiducia e speranza".(DS)

 

 

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