18/11/2015, 00.00
IRAQ
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Patriarca di Baghdad: Soddisfatti per le modifiche alla legge sull’islamizzazione dei figli

di Joseph Mahmoud
Il Parlamento irakeno ha avviato l’iter per cambiare la controversa norma, accogliendo le istanze dei cristiani e delle altre minoranze. Un gesto di “giustizia” e di “uguaglianza” che mette sullo stesso piano tutti i cittadini. Per Mar Sako è un “messaggio importante” e una “prova di democrazia”.

Baghdad (AsiaNews) - “Esprimo grande soddisfazione per la decisione del Parlamento irakeno, che ha deciso di modificare” il controverso articolo 26 della Costituzione, relativo alla islamizzazione dei figli. “Questa decisione mostra il sostegno ed è un messaggio importante per la minoranza [cristiana] Iraq. Ed è anch’esso un modo per dare prova di democrazia”. Ad AsiaNews il patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako non nasconde la propria soddisfazione per la decisione dell’assemblea parlamentare di rivedere la norma che considera in automatico come musulmani i figli con almeno uno dei genitori di fede islamica. Ieri i deputati hanno votato una risoluzione che modifica la norma, accogliendo le istanze avanzate dai rappresentanti delle minoranze, guidati dalla comunità cristiana. 

Nei mesi scorsi era stato presentato un emendamento che prevedeva che i minori restassero nella religione di nascita fino a 18 anni, per poi decidere in modo personale la loro fede. Ma a fine ottobre il Parlamento irakeno aveva respinto tale proposta, sollevando la protesta della comunità cristiana irakena e dei vertici della Chiesa caldea. 

Lo stesso patriarca Sako aveva diffuso una nota durissima, in cui minacciava di portare la vicenda davanti al tribunale internazionale e di denunciare gli stessi parlamentari. I vertici della Chiesa caldea avevano anche promosso una protesta di piazza (nella foto) nei giorni successivi al documento, radunandosi davanti alla chiesa di San Giorgio a Baghdad; alla manifestazione hanno aderito anche i membri dell’Associazione caldea ed esponenti della comunità musulmana. 

Con una votazione giunta ieri, il Parlamento irakeno ha quindi deciso di modificare l’art. 26 della Costituzione, con un parere favorevole espresso da 140 deputati su un totale di 206. La Camera ha dunque dato voce alle proteste di organizzazione civili e di alcuni colleghi parlamentari appartenenti alle minoranze, che si erano battuti con forza per l’approvazione dell’emendamento sulla “islamizzazione dei figli”. 

Per la comunità cristiana irakena si tratta di un gesto di “giustizia” e “uguaglianza”, che mette davvero sullo stesso piano tutti i cittadini, oltre che un passo fondamentale nella direzione “della libertà e della democrazia in Iraq”. “Il patriarcato caldeo - si legge in una nota diffusa in queste ore - ringrazia tutti i parlamentari e quanti si sono spesi per la modifica di questo articolo ingiusto”. 

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