01/05/2008, 00.00
COREA-GIAPPONE
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Patrick Byrne e Gerard Hammond: apostoli di pace a Pyongyang

di Pino Cazzaniga
La storia di due missionari legati alla Corea del Nord. Il vescovo Byrne ci ha lasciato la vita, padre Hammond è già riuscito ad andarci 30 volte. “Per me – dice – quella è una terra santa”.
Seoul (AsiaNews) – Dopo quasi 50 anni di lavoro missionario in Corea - e 30 viaggi compiuti al Nord – ora padre Gerard Hammond ha ricevuto dal suo istituto una lettera nella quale si legge: “È sincero desiderio del Consiglio generale che tu continui nel tuo impegno in queste attività... che l’Istituto ritiene conformi allo spirito della storia primitiva dei Maryknoll in quella nazione”). E’ l’atto più recente di una vicenda che affonda le sue radici a più di 60 anni fa.
 
Era il pomeriggio del 15 agosto 1945, ed a Tokyo il personale del quotidiano Asahi, era in stato di grave incertezza. Poche ore prime l’imperatore in un messaggio alla nazione aveva dichiarato la fine della guerra ed esortato tutti a “sopportare l’insopportabile”. L’“insopportabile” era la resa incondizionata. La portaerei Missouri stava dirigendosi verso la baia di Tokyo. Bisognava preparare la popolazione per impedire che si lasciasse sopraffare dal panico. Si temeva soprattutto per la sorte delle donne.
 
Era urgente trovare una personalità che potesse influire sulle parti in modo che l’occupazione avvenisse in modo ordinato. Un giornalista, Miyamoto, pensò alla Chiesa cattolica. Non era cristiano ma della Chiesa di Roma aveva sentito parlare da sua figlia che era cattolica. I colleghi hanno approvato la proposta e Miyamoto assieme al direttore si recò in cattedrale, per ottenere suggerimenti. Il parroco parlò di un sacerdote americano, padre Patrick Byrne, dell’istituto missionario dei Maryknoll, che stava e Kyoto, e, grazie alla sua bontà e al suo amore per i giapponesi non era stato internato. L’arcivescovo di Tokyo, monsignor Pietro Doi, poi cardinale, aggiunse la sua raccomandazione.
 
Il giorno dopo il giornalista, incontrando il missionario americano, gli disse: “padre, salvi le donne giapponesi ed esorti i soldati americani a comportarsi con dignità”. Padre Byrne partì immediatamente per la capitale da dove trasmise il messaggio alle truppe americane in arrivo. Ne possediamo il testo di cui ammiriamo la forza morale. I reporter del New York Time e dello Science Monitor hanno usato le sue interviste per presentare il vero volto del Giappone all’America. L’occupazione è avvenuta senza alcuna vittima.
 
Ma per padre Patrick non fu così. Lo stesso anno della resa del Giappone, Byrne si era trasferito a Tokyo per riorganizzare il lavoro missionario del suo Istituto. Ma due anni dopo la Santa Sede lo nomina visitatore apostolico della Corea. Trasferito a Seoul, nel 1949, quando ormai era certo che si stava formando la nazione della Corea del sud, Byrne viene elevato di grado, diviene delegato apostolico, in pratica nunzio, ed è consacrato vescovo. Il 25 giugno del 1950 l’esercito comunista di Kim Il Sung sferra un attacco al sud e occupa la capitale. Il vescovo di Seoul si trovava a Roma per la visita al limina e. Byrne per non lasciare le chiesa senza pastore si stabilisce nell’episcopio dove è arrestato.
 
La provincia di Pyongyang, che ha attraversato durante la” marcia della morte”, era stata la zona della prima missione dei Maryknoll in Corea. Byrne l’aveva fondata e diretta dal 1923 al 29. Durante la marcia, benché fosse un uomo anziano (73 anni) e di salute cagionevole,. incoraggiava tutti e condivideva il poco cibo che riceveva con chi riteneva più debole di lui. Una polmonite lo ha stroncato. Il giorno prima di morire, erano a pochi chilometri dal fiume Yalu, nell’estremo nord della penisola coreana, ai compagni di sofferenza, ha detto: “Il più grande privilegio della mia vita, dopo il dono del sacerdozio, è quello di aver sofferto per Cristo con tutti voi”.
 
La vicenda del vescovo Byrne è stata un costante punto di riferimento nella vita di padre Gerard Hammond, che in quegli anni era aspirante missionario nel seminario dei Maryknoll a New York. Divenuto sacerdote nel 1960 è stato mandato nella Corea del sud. Il confine minato del 38mo parallelo e l’ostilità tra i dirigenti delle “due nazioni” sbarrava ogni accesso al Nord.
 
Per 30 anni ha lavorato come parroco e vicario generale nella diocesi di Chunchon. Quando vi si è stabilito, c’erano sei anziani confratelli, che erano stati da espulsi dalla Corea 20 anni prima. A Gerard hanno detto: “Il nostro cuore è a nord del 38mo parallelo. Tu che sei giovane devi mantenere viva la speranza di ritornarvi. Le nostre radici sono là”.
 
Padre Hammond non solo ha conservato la speranza ma è stato assiduo nella ricerca di tutte le vie possibili per realizzarla. Essendo stato per 18 anni superiore dei missionari di Maryknoll in Corea si è sentito come il depositario del testamento spirituale del vescovo Byrne.
 
Il sogno ha cominciato a realizzarsi negli anni ’90. Allora nella casa dei Maryknoll a Seoul era ospite un uomo del Catholic Relief Service International, coordinatore per gli aiuti alla Corea del nord. Questi ha fatto conoscere a Hammond Stephen Linton presidente della Eugene Bell Foundation da lui costituita nel 1995 per gli aiuti alla Corea del Nord. In essa c’è una “delegazione”, che due volte all’anno può visitare alcune zone della Corea del nord. La consegna di medicinali e attrezzature mediche per debellare la tubercolosi è lo scopo delle visite.
 
La delegazione è riconosciuta ufficialmente come ong dal governo di Pyongyang. I membri permanenti sono solo cinque o sei: tra essi due preti cattolici: il padre Hammond e un sacerdote della Missioni Estere di Parigi (MEP). Tutti sono cristiani praticanti e Hammond è considerato il cappellano del gruppo. La permanenza dura da 10 giorni a due settimane. A Pyongyang alloggiano nella Guest House, essendo ospiti del governo, ma la maggior parte del tempo viene spesa fuori della capitale. Di proposito evitano discorsi religiosi e politici, ma l’identità dei due sacerdoti non è nascosta .I membri del gruppo pregano assieme tre volte al giorno e hanno servizi religiosi settimanali, che tutti vedono e rispettano.
 
Il missionario di Maryknoll ha già partecipato 30 volte a questi “viaggi di volontariato” e si appresta a partire per la 31ma. Padre Gerard ha 75 anni! “Quando vado nel Nord – dice - è come se partecipassi a un pellegrinaggio. Per me quella è una terra santa: il sacrificio del vescovo Byrne, il lavoro missionario dei miei predecessori e la sofferenza attuale della gente la rende tale”.
 
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