06/07/2011, 00.00
TIBET – INDIA – CINA
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Per il compleanno del Dalai Lama, repressione in Cina e Nepal

Le autorità di Pechino e Kathmandu impediscono ai buddisti di celebrare il 75esimo compleanno del leader spirituale. E la Cina attacca: “Non importa che si sia ritirato, il governo tibetano in esilio non esiste”.
Dharamsala (AsiaNews/Agenzie) – Il Dalai Lama, leader spirituale del buddismo tibetano, compie oggi 75 anni. Per evitare ogni celebrazione popolare, i governi di Cina e Nepal hanno lanciato un’enorme campagna di repressione: i negozi devono rimanere aperti nelle province tibetane e non è permesso ai buddisti di recarsi nei templi per pregare. Ma i fedeli celebrano la giornata in segreto delle proprie case.

Jampal Monlam, esule tibetano che oggi vive in India, racconta: “Il 6 luglio è il compleanno del nostro leader. Ma le autorità cinesi hanno rafforzato il controllo sul Tibet e sulle aree a maggioranza tibetana per impedire ogni celebrazione. Prima del 2000 la situazione era leggermente migliore: chi voleva poteva non lavorare e recarsi al tempio. Oggi non è più così”.

Tuttavia, continua l’esule, “tutti i tibetani sanno che giorno è oggi, e pregheranno in segreto all’interno delle proprie case”. Interrogata da Radio Free Asia, una tibetana ancora nella regione conferma: “So del compleanno, ma non posso parlare liberamente. La questione è molto sensibile per le autorità cinesi”.

Anche il Nepal si è accodato a Pechino nella repressione. Le autorità di Kathmandi hanno oggi messo in atto una serie di rigide misure per impedire le celebrazioni: la polizia ha impedito a migliaia di persone di fare ingresso in una scuola di Kathmandu dove era prevista una cerimonia in onore del leader spirituale tibetano.

“Vi hanno preso parte circa 800 tibetani - ha riferito Tsewang Dolma, presidente del Congresso regionale dei giovani tibetani di Kathmandu – e migliaia di altre persone avrebbero partecipato alla cerimonia, se le autorità non fossero state così rigide. In molti, per paura, sono rimasti a casa”.

Già da ieri la polizia aveva aumentato le misure di sicurezza per prevenire manifestazioni anti-cinesi da parte dei separatisti tibetani. Il Nepal è sotto una crescente pressione da parte delle autorità di Pechino che premono per una stretta nei confronti delle attività ritenute contrarie agli interessi cinesi.

La stessa Cina ha intensificato i controlli contro i tibetani perché teme un’ondata di proteste simile a quella che, nel 1989, portò al massacro dei monaci scesi in strada contro il dominio comunista. Negli ultimi anni, il Partito non ha aperto alcuno spiraglio di dialogo con le autorità tibetane in esilio. Persino la rinuncia del potere politico da parte del Dalai Lama non ha allentato la tensione.

Ieri, quasi in preparazione al suo compleanno, il governativo Quotidiano del Popolo, ha affermato: “La rinuncia non cambia nulla per la cricca del Dalai Lama, che cerca l’indipendenza del Tibet e per questo deve essere fermato. Non importa chi guida il cosiddetto governo tibetano in esilio: questo non esiste ed è illegale”.
 
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