11/12/2018, 13.23
CAMBOGIA
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Phnom Penh, scarcerate 32 madri surrogate. Missionario: ‘Colpire i trafficanti’

In cambio della libertà, le donne hanno accettato di crescere i figli. Sebbene l’utero in affitto sia illegale dal 2016, la Cambogia resta una destinazione popolare. P. Alberto Caccaro: “Il rapporto tra scolarizzazione femminile e abuso da surrogazione è molto stretto”.

Phnom Penh (AsiaNews) – Avevano portato in grembo bambini per conto di clienti cinesi, ora dovranno crescerli con le proprie forze: è la condizione imposta dalle autorità cambogiane per il rilascio su cauzione di 32 donne, arrestate nel giugno sorso durante un’operazione della polizia contro la maternità surrogata. Se non rispetteranno gli accordi, andranno incontro ad almeno 15 anni di carcere. È quanto ha annunciato Pon Samkhan, segretario generale per la Commissione nazionale anti-tratta, aggiungendo che l’ultimo gruppo di 17 giovani è libero dallo scorso 5 dicembre.

“È giusto che queste donne siano state rilasciate, perché ritengo che questo fenomeno non vada colpito a livello di madri surrogate. I trafficanti – mediatori, agenzie, funzionari corrotti e internet – dovrebbero invece essere gli obiettivi dell’intervento”. È quello che dichiara ad AsiaNews p. Alberto Caccaro, sacerdote del Pontificio istituto missioni estere (Pime), tornato nel 2016 in Cambogia, sua terra di missione già dal 2001 al 2011.

“Negli anni 2001-2002, quando ero appena arrivato in Cambogia – racconta il missionario – girando per villaggi ed incontrando altri sacerdoti ho scoperto che una donna sterile poteva trovare con facilità una famiglia numerosa, disposta a cederle un bambino. Ricordo che all'epoca il compenso poteva aggirarsi intorno ai 50 dollari Usa. Tuttavia, il contesto non era quello di una compravendita. Al tempo si trattava quasi di una paradossale attitudine solidale”.

Secondo p. Caccaro, a favorire il business degli uteri in affitto vi è il precoce abbandono scolastico, diffuso tra le ragazze cambogiane. “Sarebbe interessante – afferma il sacerdote – capire che tipo di scolarizzazione hanno ricevuto queste donne. Spesso, gli studi delle ragazze si interrompono troppo presto, soprattutto nelle regioni rurali. Quando le giovani più fragili smettono di andare a scuola, attendono di esser date in sposa o finiscono per essere sfruttate da reti di trafficanti. Il rapporto tra scolarizzazione femminile e abuso da surrogazione è molto stretto. Per questo, noi missionari dedichiamo un'attenzione particolare all'educazione delle donne, affinché queste abbiano qualche anticorpo in più contro i fenomeni di sfruttamento”.

“Qualche settimana fa – conclude p. Caccaro – mi è giunta voce di una ragazza che sarebbe andata in Cina per sposarsi. La famiglia avrebbe ricevuto circa 3mila dollari. Tariffe così basse propiziano l'accordo. Il 'bisogno di denaro contante' è sempre più impellente, in un Paese rapito dai miraggi della modernità. A fronte delle leggi, dei provvedimenti e delle politiche, la Cambogia resta vulnerabile".

La maternità surrogata per fini commerciali è illegale dal 2016. Tuttavia, la Cambogia resta una destinazione popolare per le coppie sterili che cercano di avere figli. Nel 2017, un'infermiera australiana e due cambogiani sono stati arrestati per aver gestito una clinica surrogata illegale. Nel più recente raid della polizia contro la maternità surrogata del Paese – il mese scorso – sono state arrestate 11 donne incinte e quattro mediatori.

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