20/06/2005, 00.00
VIETNAM-USA
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Primo ministro vietnamita in visita negli Stati Uniti

È la prima volta in 30 anni che un leader di Hanoi sbarca in America. A tema vi è cooperazione economica, strategica e militare. Esuli vietnamiti e organizzazioni umanitarie chiedono più rispetto per i diritti umani e la libertà religiosa.

Seattle (AsiaNews/Agenzie) – È  la prima volta in 30 anni che un leader di Hanoi visita gli Stati Uniti. Phan Van Khai, primo ministro del Vietnam, è atterrato questa mattina a Seattle. L'appuntamento politico più importante è un incontro col presidente George Bush (martedì 21), ma in agenda sono previsti incontri per accrescere la cooperazione economica e militare. Organizzazioni internazionali premono perché il dialogo fra Washington e Hanoi si focalizzi anche sui diritti umani e sulla libertà religiosa.

Il giro d'affari tra Hanoi e Washington è aumentato dai 1,5 miliardi di dollari americani (Usd) del 2001 a più di 7 miliardi di Usd nel 2004: i prodotti vietnamiti più esportati sono pesce, crostacei, mobili e caffè. "Gli Usa – ha detto Phan Van Khai – sono un importante partner commerciale per il Vietnam: speriamo che anche le aziende americane traggano mutuo beneficio da questo rapporto e facciano migliori affari presso di noi". Nel corso della visita Phan avrà incontri con molti industriali statunitensi, compreso Bill Gates, il fondatore di Microsoft.

La visita ha anche un risvolto militare e strategico: essa sembra essere un tentativo congiunto di Hanoi e Washington di controbilanciare l'influenza cinese nell'area asiatica, anche se la diplomazia americana ha più volte dichiarato di "non voler muovere contro Pechino". Un alto rappresentante statunitense ha detto: "I vietnamiti sono molto cauti riguardo questa nuova relazione militare e noi non vogliamo spingerli a fare nulla". "Vogliamo solo – ha continuato – fare in modo che possano evolversi, ma è un programma a lungo termine". I responsabili del settore militare americano sono esitanti all'idea di stilare una precisa agenda di incontri e preferiscono attendere le richieste specifiche di Hanoi.

Una delle alternative più valide per creare una collaborazione militare è quella di portare il Vietnam all'interno del programma Imet (International military education and training), che i leader americani definiscono "il miglior modo per costruire relazioni con gruppi militari stranieri". Secondo la dottrina espressa dal programma, gli ufficiali degli eserciti stranieri devono frequentare scuole ed istituti militari Usa per imparare il più possibile sull'esercito americano, la sua dottrina ed i suoi valori.

L'esercito americano ha comunque specificato di "non voler impiantare basi permanenti Usa in Vietnam". Tuttavia, Washington è "interessata" ad un accordo futuro con cui potrebbe avere accesso alle postazioni militari della Baia di Cam Ranh. Durante la guerra con il Vietnam la Baia era il "porto d'acqua profonda" americano, in cui la Marina Usa manteneva le più imponenti installazioni per costruire e riparare navi da guerra.

Diritti umani e libertà religiosa

Davanti all'albergo che ospita il primo ministro si è radunata una folla, composta in prevalenza da esuli vietnamiti, che protestano contro l'oppressione dei diritti umani da parte del governo di Hanoi.

L' organizzazione internazionale Human Rights Watch (Hrw) ha chiesto al presidente Bush di "spingere con forza il governo di Hanoi a migliorare la buia situazione dei diritti umani in Vietnam". Secondo Hrw "grazie all'inserimento del Vietnam nella lista Usa 2004 dei Paesi di particolare preoccupazione, Hanoi ha rilasciato un buon numero di prigionieri politici: ora deve fare di più".

Il governo di Hanoi è noto per l'isolamento in cui obbliga i grandi scrittori del Paese o gli ex membri del Partito Comunista, divenuti feroci critici della corruzione del regime. Il governo taglia le linee telefoniche, mette soldati di guardia davanti alle abitazioni dei dissidenti, li mette agli arresti domiciliari. Centinaia di dissidenti sono stati incarcerati con l'accusa di aver compiuto "atti criminali" solo per aver pubblicamente richiesto riforme democratiche o per aver usato Internet come mezzo di diffusione per proposte di una reale libertà religiosa e civile

Il governo perseguita con tenacia i gruppi religiosi e  controlla ogni aspetto della vita delle comunità. Fra i primi obbiettivi di Hanoi, vi sono le minoranze cristiane Montagnard nelle regioni centro-nord del Paese; i mennoniti; i caodaoisti, i buddisti Hoa Hao, i membri della Chiesa unificata buddista del Vietnam. Anche la Chiesa cattolica subisce un forte controllo nelle nomine episcopali, nei programmi pastorali, nella gestione dei seminari (candidati, insegnanti, pubblicazioni), ecc.

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