02/10/2012, 00.00
COREA DEL NORD
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Ricoverata Kim Kyong-hui, la “lady Macbeth” della Corea del Nord

La zia dell’attuale dittatore, sorella del defunto Kim Jong-il, ha orchestrato diverse epurazioni all’interno della famiglia regnante nel Paese. Sarebbe in ospedale a Singapore per “trattamenti”.

Seoul (AsiaNews/Agenzie) - Kim Kyong-hui, la potentissima zia del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, sarebbe ricoverata in gravi condizioni in un ospedale di Singapore. La donna, 66 anni, è la moglie di Jang Song-taek: insieme al marito ha imposto al nipote di condividere il potere dopo la morte di Kim Jong-il, il "caro leader" del Paese morto lo scorso dicembre. La notizia è stata confermata da una fonte anonima nel Nord, sentita dai giornali di Seoul: "So che la Kim è arrivata a Singapore con alcune guardie del corpo. È in ospedale e sta subendo una terapia".

I primi dubbi sulla salute della donna sono sorti lo scorso 27 settembre, quando non ha partecipato alla sessione dell'Assemblea suprema del popolo. Le notizie negative sulla salute della sorella dell'ex dittatore stalinista hanno iniziato a girare sin dal 2009, quando diverse fotografie della donna - scattate in momenti diversi - l'hanno mostrata in pessime condizioni. Tuttavia, da dicembre è stata sempre più presente sulla scena pubblica.

Questa presenza si spiega proprio con il "tutoraggio" che la coppia ha imposto al nuovo dittatore. Jong-un, che ha meno di 30 anni, è stato indicato come erede dal padre dopo un lungo periodo di incertezza: ma il ragazzo è più giovane dei suoi fratelli e non ha (ancora) il sostegno del potentissimo esercito nazionale. Per questo gli zii, su indicazione del padre, lo hanno affiancato nei primi momenti di regno.

La Kim è considerata una delle donne più potenti dell'Asia. Secondo diversi dissidenti - tra cui il famoso cuoco giapponese rapito da Kim Jong-il per preparare il sushi alla "corte" del dittatore - è lei a controllare il marito, capo della rappresentanza militare nazionale. Inoltre, sarebbe stata sempre lei a orchestrare l'esilio di Kim Jong-nam, primogenito di Jong-il indicato come suo successore e caduto in disgrazia dopo una visita non concordata a Tokyo. 

 

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