Doha, nessun risultato dal vertice sulla forza internazionale a Gaza
Le notizie di oggi: la giunta birmana vuole perseguire oltre 200 persone per "disturbo" alle elezioni. Thailandia indica tre condizioni per il cessate il fuoco; Phom Penh accusa uso "sproporzionato" della violenza. Nepal: nuovo sistema digitale per monitorare i visitatori. Nel piano su parità di genere in Giappone no a cognomi legali diversi dopo il matrimonio.
QATAR - GAZA
Ieri lo U.S. Central Command (Centcom) ha ospitato una conferenza a Doha per discutere le fasi successive del cessate il fuoco in 20 punti del piano Trump a Gaza, compreso il dispiegamento di una forza internazionale di stabilizzazione (Isf). Tuttavia, secondo funzionari europei, la conferenza - da cui la Turchia sarebbe esclusa su richiesta di Israele - non è riuscita a decidere il mandato della futura forza di pace. Gli Usa hanno inviato senza successo richieste a oltre 70 nazioni per truppe e rifornimenti volontari per lo schieramento dell'Isf - che potrebbe includere, tra gli altri, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Pakistan, Azerbaigian.
MYANMAR
La giunta militare del Myanmar ha dichiarato di voler perseguire penalmente oltre 200 persone per aver “disturbato” le imminenti elezioni gestite dai militari, avvalendosi di una nuova legislazione introdotta a luglio che mira a reprimere il dissenso. Le fazioni dell'opposizione sono pronte a bloccare le elezioni - pretesto per perpetuare il regime militare - nelle zone del Paese sotto il loro controllo. Le pena massima può raggiungere i 20 anni di carcere.
THAILANDIA - CAMBOGIA
La Thailandia ha delineato tre condizioni per un cessate il fuoco, attribuendo la responsabilità alla Cambogia che - a sua volta - sottolinea un "uso manifestamente sproporzionato e ingiustificato della forza” da parte dell'altra parte in conflitto. Secondo il ministero degli Esteri thailandese Nikorndej la Cambogia deve dichiarare pubblicamente il cessate il fuoco, impegnarsi per la pace e cooperare per lo sminamento. Dovrebbero essere soddisfatte prima di negoziati di pace significativi, mentre i combattimenti continuano lungo il confine comune.
NEPAL
Con il numero di turisti che torna a livelli record, dopo le proteste anti govrnative, il Nepal sta introducendo un nuovo sistema di registrazione digitale per tracciare ogni visitatore straniero. Per aumentare la sicurezza, limitare l'uso improprio dei visti e localizzare i viaggiatori dispersi. A partire dall'1 gennaio il portale NepaliPort integrerà le richieste di visto, i permessi di trekking e altri servizi di viaggio in un unico sistema online. Il Nepal attira centinaia di migliaia di escursionisti su percorsi come l'Everest e l'Annapurna. In 12 mesi fino a luglio, solo nella regione dell'Annapurna sono morti 12 escursionisti stranieri.
GIAPPONE
Nella bozza del “Piano di base per la parità di genere” del governo del Giappone, si mira a contrastare le richieste di un sistema che consenta alle coppie sposate di mantenere cognomi legali diversi, se lo desiderano. L'iniziativa mira invece ad ampliare l'uso dei cognomi prematrimoniali come “nomi comunemente usati” ampiamente accettati, ad esempio, nei luoghi di lavoro e in altri contesti professionali. Ma il cognome legale di una persona continuerebbe a cambiare dopo il matrimonio.
RUSSIA
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per cui chiunque faccia richiesta della cittadinanza russa, o anche solo della residenza in Russia, è tenuto a firmare un contratto con l’esercito, e in questa lista si iscrivono tutti gli stranieri che in automatico possono ricevere la cittadinanza per la lunghezza del periodo di permanenza, per la riunificazione familiare o per fare venire i propri figli in Russia, con esclusione degli studenti e specialisti.
GEORGIA
Anche in Georgia si sta entrando in una nuova fase di sfide climatiche e geologiche, con scioglimento di ghiacciai, crescenti rischi di frane e altri cambiamenti che richiedono decisioni rapide e grande trasparenza nelle strutture statali, come dimostrano le indagini della compagnia svizzera Geotest Ag sulle zone a rischio del Caucaso centrale, che mettono in guardia per la scarsa professionalità e l’incertezza degli organi competenti, con interessi vari.





