27/01/2017, 12.38
INDONESIA
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Rimpatriati 22 indonesiani per legami con l’isis. Fra loro un ex funzionario del governo

L’ex funzionario ha portato la sua famiglia in Turchia per trasformare moglie e figlie in soldatesse dello Stato islamico. A Jakarta si temono infiltrazioni di radicali islamici nel governo. Ad oggi, almeno 1000 indonesiani si trovano in Siria a combattere per lo Stato islamico.

Jakarta (AsiaNews) – Nei giorni scorsi le autorità turche hanno costretto al rimpatrio 22 cittadini indonesiani accusati di connessione con lo Stato islamico. Fra essi c’è l’ex funzionario del ministero della Finanza indonesiano Triyono Utomo Abdul Bakti, conosciuto come “Tu”. Egli ha portato sua moglie e le sue tre figlie in Turchia per provare a oltrepassare il confine con la Siria e renderle soldatesse dell’Isis.

L’indagine sull’ex funzionario ha scioccato gli indonesiani, i quali ora temono che il radicalismo possa essersi “infiltrato” negli uffici del governo. Bakti ha svolto i propri studi in politiche pubbliche presso la Flinders University di Adelaide (Australia).  Dopo la laurea ha deciso di vendere la sua casa e portare via la propria famiglia cercando di coprire i propri spostamenti aerei da Jakarta a Bangkok fino alla Turchia.

Secondo la polizia indonesiana, la famiglia è stata catturata il 16 gennaio a Istanbul in seguito ad un’irruzione delle autorità turche presso un’abitazione ritenuta “sicura”.

“Sono stati obbligati a tornare in patria dalle autorità turche dopo essere tenuti sotto controllo per la loro potenziale connessione con l’Isis” recita la dichiarazione rilasciata ai media dal generale brigadiere della polizia indonesiana Rikwanto.

Alcuni giorni prima, altri 17 cittadini indonesiani sono stati espulsi dalle autorità turche per fermare gli “immigrati stranieri” il cui piano era raggiungere la Siria dal confine turco. Ora queste 17 persone sono tenute in custodia in un centro di servizio sociale a Jakarta est. La polizia ha dichiarato che questi soggetti sono stati “sedotti” da un individuo noto come “Am” che li avrebbe istigati a recarsi in Siria per unirsi al califfato. “Am” avrebbe inoltre finanziato il loro viaggio acquistando biglietti aerei e fornendo loro soldi per agevolare la traversata del confine turco-siriano.

Secondo Rikwanto, a tutt’oggi almeno 1000 indonesiani si trovano in Siria a combattere per lo Stato islamico.

 

 

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