08/08/2012, 00.00
ARABIA SAUDITA
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Riyad, al via in settembre il processo contro i due uomini accusati di conversione forzata

La prima seduta si terrà il 15 settembre. I due uomini, un libanese e un saudita, avrebbero convertito al cristianesimo e aiutato a fuggire una ragazza di Al-Khobar. La giovane risiederebbe ora a Londra. Essa era impiegata presso un'agenzia assicurativa. Insorge l'opinione pubblica saudita che chiede una pena esemplare per i due.

Riyad (AsiaNews/ Agenzie) - Inizierà il prossimo 15 settembre il processo contro un cristiano libanese e un cittadino saudita accusati di aver convertito al cristianesimo una ragazza di Al-Khobar, città saudita del Golfo. In aula saranno presenti anche i familiari della giovane. Secondo fonti anonime, la neo-convertita risiederebbe a Londra, dopo essere passata prima in Libano, Turchia e Svezia.

Impiegata in una compagnia di assicurazioni, la ragazza ha incontrato il cristianesimo attraverso il suo responsabile di nazionalità libanese e un collega saudita. Per alcuni mesi i tre si vedono di nascosto finché la giovane si innamora del libanese che le regala dei libri sul cristianesimo e la invita a seguire le chat room religiose. La donna si converte e decide di fuggire in Libano aiutata dai due uomini. Il padre ne denuncia la scomparsa e la polizia ferma e arresta i due uomini. Nella dichiarazione fatta alla polizia, uno dei genitori sostiene che il datore di lavoro l'ha influenzata, le ha ispirato idee sbagliate sull'islam e ha "scosso le sue convinzioni". Vi si dice anche che la ragazza è espatriata illegalmente. Secondo la legge saudita, infatti, una donna non può avere il passaporto senza il permesso del suo "guardiano" cioè il padre, il marito o il fratello. Dagli interrogatori è emerso che il saudita, nel giro d'affari della compagnia, avrebbe aiutato la giovane a fare i documenti necessari per recarsi in Libano e da lì fuggire fino alla Gran Bretagna.

Nei giorni scorsi, il quotidiano saudita Al Youm ha pubblicato una presunta dichiarazione della ragazza, nella quale spiega che vorrebbe tornare in patria, ma ha paura di essere punita. Per convincerla a rientrare, la famiglia ha scritto un documento dove si impegnano a non farle del male. Tuttavia, vi sarebbe un'altra lettera in cui la giovane difende la sua nuova fede, affermando che la Chiesa è la sua sola dimora.

Il caso ha scatenato numerose polemiche nell'opinione pubblica saudita, che chiede una punizione esemplare per i due uomini accusati di conversione forzata. 

 

 

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