09/09/2019, 14.19
OMAN
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Salalah, autorità musulmane e un migliaio di fedeli all’inaugurazione della nuova chiesa

La posa della prima pietra il 16 febbraio 2018. Il luogo di culto dispone di 600 posti a sedere e una sala polifunzionale. Vicario d’Arabia ringrazia quanti hanno collaborato alla costruzione. Nunzio apostolico: “Segno di speranza”. Dal ministro musulmano “profonda felicità” per il momento di festa condivisa.

Mascate (AsiaNews) - Nel fine settimana un migliaio di fedeli nel Sultanato dell’Oman hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione della nuova chiesa di san Francesco Saverio a Salalah, circa 10 minuti in auto dal centro della città. La posa della prima pietra risale al 16 febbraio 2018. Il luogo di culto, costruito in poco meno di un anno e mezzo, dispone di almeno 600 posti a sedere, una balconata con vista sull’altare principale e una sala polifunzionale, portando la capienza complessiva a circa un migliaio di posti.

Alla prima funzione, celebrata il 7 settembre scorso, hanno partecipato funzionari, dignitari e leader religiosi cristiani e musulmani. Fra questi vi erano il nunzio apostolico Francisco Padilla, il vicario apostolico dell’Arabia meridionale (Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen) mons. Paul Hinder e il direttore del ministero di Awqaf e degli affari religiosi Ahmed Khamis Masood Al Bahri. 

L’arcivescovo Padilla ha ringraziato il sultano Qaboos Bin Said Al Said per aver concesso i permessi di costruzione. “La speranza - ha aggiunto - è che questa nuova chiesa sia segno di speranza per tutti noi, la prova che Dio cammina accanto a noi nella buona e nella cattiva sorte, anche se le nostre preghiere non vengono esaudite all’istante”.

Il vicario apostolico ha ricordato quanti hanno collaborato alla costruzione dell’edificio, su un terreno “donato dal sultano Qaboos bin Said nel 1979”, seguito dall’inaugurazione di un centro ecumenico 1981 ad opera del predecessore mons. Gremoli. Il prelato ha poi ringraziato il governo per la collaborazione e il sostegno e offerto preghiere per il benessere del monarca e della nazione. 

Salutando la nuova comunità, il parrocco p. Antony Puthenpurackal ha espresso gratitudine per l’apertura della nuova chiesa che rappresenta una “pietra miliare” per la storia dei cattolici di Salalah. Intervenendo a nome delle autorità dell’Oman Ahmed Khamis Masood Al Bahri ha detto che è “un piacere” presenziare all’apertura del luogo di culto e “profonda felicità” nel condividere questa occasione di festa per i cristiani. Al prete l’invito a “guidare” le nuove generazioni di fedeli.

L’Oman rappresenta un “modello” fra gli Stati del Golfo, sia per la lotta al terrorismo che in tema di libertà religiosa. Una nazione conservatrice sul piano sociale, in cui i cittadini lottano per difendere valori e tradizioni pur rivendicando parità di diritti di genere; limitata, inoltre, l’interferenza dello Stato nella vita delle persone, a differenza di quanto avviene con la polizia religiosa islamica (mutaween) in Arabia Saudita.

I cattolici sono circa 55mila, espatriati e lavoratori migranti, pari al 2% del totale della popolazione. I cristiani sono il 6,5%, gli indù il 5,5%; la grande maggioranza (pari al 75% circa) è di fede musulmana. In totale vi sono quattro parrocchie affidate alle cure di sette sacerdoti: la parrocchia di Sant’Antonio da Padova a Sohar, la chiesa dei Santi apostoli Pietro e Paolo a Ruwi, la parrocchia del S. Spirito a Muscat e la chiesa di San Francesco Saverio a Salalah.

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