31/08/2016, 10.40
ASIA-VATICANO
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Santa Madre Teresa, prega per noi

di Bernardo Cervellera

Alla vigilia della canonizzazione e del simposio di AsiaNews su Madre Teresa di Calcutta, imparare dal suo messaggio e esperienza. In lei è superata la “globalizzazione dell’indifferenza”. Con la sua opera ha ridefinito la povertà: non solo miseria economica, ma anche umana, di una vita vuota e senza amore. Il ricordo di Lady Diana. La “fretta” nel rispondere ai poveri. La sua opera come la risposta all’amore di Gesù Cristo. Madre Teresa è l’icona della missione del XXI secolo e l’esempio della Chiesa dopo il Concilio: tenere insieme contemplazione di Cristo e azione nel mondo, tradizione e sviluppo. Il programma del Simposio internazionale.

Roma (AsiaNews) - Madre Teresa, la santa dei più poveri dei poveri di Calcutta, degli abbandonati e dei non amati di oriente e occidente sarà canonizzata il 4 settembre da papa Francesco. Per celebrare questo evento, AsiaNews ha in programma per il 2 settembre un simposio internazionale con la presenza di Sr Mary Prema, l’attuale superiora generale delle Missionarie della Carità, p. Brian Kolodiejchuk, postulatore della causa della Madre, insieme a personalità da varie parti del mondo, che mostrano l’impatto della sua vita nella vita dei popoli, soprattutto la Cina e il mondo islamico.

Del resto, “canonizzare” significa indicare come canone, modello, misura. Madre Teresa viene proclamata santa non per lei, considerata già santa quand’era in vita, ma per noi, perché ne assimiliamo la ricchezza del suo messaggio e della sua esperienza. Anzitutto noi cristiani, ma anche tutto il mondo.

Il nostro tempo segnato dalla “globalizzazione dell’indifferenza” può imparare molto da questa suora dimessa e piccolina, ma piena di energia e soprattutto di pronta attenzione alle situazioni che noi faremmo scivolare volentieri alla periferia della nostra vita. Non vi è situazione che Madre Teresa non abbia accolto e aiutato: moribondi, affamati, bambini abbandonati, ragazze madri, lebbrosi, poveri, malati di Aids, alcolizzati, persone ricche di una vita senza senso. Con lei anche la povertà è stata ridefinita: non solo il censo e il denaro, ma anche il vuoto, il non amore di una vita nell’egoismo è una povertà che suscitava la sua compassione. Basterebbe ricordare qui tutto l’amore che Madre Teresa ha prodigato verso la principessa Diana Spencer, che lei definiva “l’infelice Diana”.

L’unica differenza fra le due povertà è che quella dei poveri è più evidente, più confessata, nella supplica. La povertà dei ricchi è spesso mascherata, velata dal nostro consumismo, benessere, nascosta a noi stessi per non gridare la nostra fragilità e il bisogno di amore.

Madre Teresa rispondeva “in fretta” ai bisogni che incontrava. Alle sue suore ha sempre ricordato che il povero non può aspettare fino a domani per una risposta, perché può essere troppo tardi. Per noi che viviamo spesso una vita “virtuale”, confusa fra messaggi, video, sogni in cui immaginiamo di essere vicini alle persone, questa “fretta” spinge alla concretezza dell’amore e della risposta. E ci richiede un brandello di umiltà. Molto spesso noi affrontiamo i bisogni che incontriamo con le nostre analisi, i progetti, gli studi, soppesando pro e contro, cercando la soluzione perfetta e definitiva mentre le persone che domandano stanno annegando nella loro indigenza. Perfino ai direttori della Caritas internazionale, questa grande multinazionale cattolica che opera tanto bene, ella ha detto: “Venite a toccare i poveri”, non accontentatevi di studiarli o di creare progetti per loro anche buoni ed efficaci, ma rimanendone distanti, perché il bisogno dei poveri e di tutti è di essere amati da qualcuno.

I poveri sono anche i popoli segnati dalle disgrazie, dai disastri naturali e dalle guerre. In nome di questi poveri la piccola donna ha cercato di fermare l’assedio di Beirut ovest nel 1982; la guerra del Golfo nel ’90-91; di spingere per gli aiuti agli alluvionati dell’Andhra Pradesh negli anni ’70; di fermare la piaga dell’aborto chiedendo alle donne di non uccidere il loro bambino ma di darli a lei, domandando agli Stati di costruire la pace nel mondo a partire dalla difesa del diritto alla vita.

Dio sa quanto bisogno ancora di persone come Madre Teresa vi è nel mondo – in Africa, Medio oriente, ma anche nel nostro stanco occidente - dove i potenti continuano a giocare con i popoli maciullati da politiche cieche, da guerre dove domina sempre di più una specie di delirio di onnipotenza, senza rispetto alcuno nemmeno per vecchi, donne e bambini.

Prendere Madre Teresa come “canone”, copiare il suo zelo senza entrare nel suo cuore è impossibile. Vale la pena sottolineare ancora due aspetti della sua testimonianza. Il primo è la responsabilità personale. Davanti ai problemi della società e del mondo è facile accusare l’uno o l’altro, domandare impegno all’una o all’altra istituzione, per rimanere nella falsa beatitudine dello scandalo e dell’indifferenza. Madre Teresa ha sempre consigliato: Domandiamoci: Io cosa faccio? Il mondo cambia se cambia qualcosa in me e in te.

L’altro elemento è l’amore a Gesù Cristo salvatore. Madre Teresa ha iniziato e compiuto la sua missione per una risposta a Lui che le chiedeva di “portarlo” nei buchi e nell’oscurità dei tanti che non Lo conoscono.

Le ore di contemplazione e di preghiera davanti al Pane consacrato la spingevano a portare il pane fisico e la presenza di Gesù alle persone che incontrava. Questa sua familiarità con il Corpo di Cristo le permetteva di riconoscere il suo Signore nella carne dei poveri, riuscendo a trattarli come fratelli e sorelle.

Solo così Madre Teresa – come ha detto Giovanni Paolo II – è “l’icona della missione del XXI secolo”, in cui portare Cristo al mondo non per una colonizzazione religiosa, e in cui si aiuta il povero senza rischiare di ridursi ad essere solo un operatore di ong.

Da questo punto di vista, la Madre è anche l’immagine completa della missione e della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II. Ancora oggi, due interpretazioni del Concilio si combattono fra loro: quella “identitaria”, che vuol salvare la tradizione allontanandosi dal mondo, e quella “progressista”, che si mescola col mondo spesso dimenticando il suo mandato.

Madre Teresa è l’esempio perfetto di una fede operosa e di un amore a Cristo che si riversa sul mondo. Per questo è stata amata da tutti i papi: Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco.

Bernardo Cervellera

 

 

Il Simposio internazionale di AsiaNews 2016, avrà come tema

“Madre Teresa, la Misericordia per l’Asia e il mondo”

Esso si terrà il 2 settembre, dalle ore 15 alle ore 19 presso la Sala Giovanni Paolo II alla Pontificia Università Urbaniana, Via Urbano VIII, 16 – 00165 Roma

All’incontro saranno presenti: 

- Sr Mary Prema, superiora generale delle Missionarie della Carità

- P. Brian Kolodiejchuk, postulatore della causa della Madre

- Card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai

- Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione di Propaganda Fide

- P. John A. Worthley, sull’influenza di Madre Teresa in Cina

- Faisal Edhi (Pakistan) sull’influenza di Madre Teresa nel mondo islamico.

- P. Ferruccio Brambillasca, superiore generale del Pime

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