13/03/2009, 00.00
THAILANDIA
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Scomparso da cinque anni. Mistero sulla sorte di un attivista musulmano thai

di Weena Kowitwanij
Per la legge Somchai Neelaphaijit è da considerarsi morto. Ambienti politici e le forze dell’ordine sono sospettate del sequestro, ma i contorni della vicenda restano oscuri. Il presidente di Ahrc sottolinea il “legame evidente tra la scomparsa di Somchai e funzionari del governo”.

Bangkok (AsiaNews) – Per la legge thailandese Somchai Neelaphaijit è ufficialmente morto. Sono passati cinque anni dalla sua scomparsa; di lui non si hanno più notizie dal 12 marzo 2004. Ma la vicenda che ha portato alla sparizione dell’avvocato musulmano – famoso per le sue battaglie a favore dei diritti umani – resta avvolta nel mistero. Essa coinvolge “ambienti politici” e le “forze dell’ordine” del Paese.

Somchai Neelaphaijit è stato visto l’ultima volta nelle vie del centro di Bangkok la sera del 12 marzo 2004. All’epoca difendeva cinque uomini che avevano denunciato la polizia per torture e uno studente universitario accusato di possesso di narcotici. Alle 20.30 è stato prelevato da cinque persone, forse agenti in borghese; la sua auto è stata rinvenuta un mese più tardi nei pressi del parcheggio della stazione.

All’indomani della scomparsa, l’allora premier thailandese Thaksin Shinawatra aveva negato si trattasse di un caso di “sparizione”, dicendo che l’attivista aveva “problemi familiari” e “non voleva essere contattato da nessuno”. Due anni più tardi Thaksin dichiarò in pubblico che “testimoni confermavano la morte di Somchai” e ammetteva il coinvolgimento di “funzionari del governo”.

Angkana Neelaphaijit, moglie di Somchai, aveva chiesto al premier Thaksin “giustizia e indagini trasparenti”. “Non si tratta [della sorte] di un povero avvocato – riferiva la donna – ma di diritti umani. Non voglio nient’altro che giustizia per mio marito”.

Basil Fernando, presidente della Commissione asiatica per i diritti umani (Ahrc), sottolinea il “legame evidente tra la scomparsa di Somchai e funzionari del governo”; egli afferma che “il governo dovrebbe essere ritenuto responsabile” della morte – se confermata – dell’attivista.

Somchai Neelaphaijit, nato il 13 maggio 1951, laurea in legge all’università di Rajkhamkaeng e master alla Punjab University, in Pakistan, per oltre 20 anni ha difeso i diritti dei musulmani del sud della Thailandia, teatro di una violenta lotta fra l’esercito governative e le fazioni ribelli. Fra i casi seguiti vi sono la morte di un inviato dell’Arabia Saudita e gli attentati del settembre 2006 a Had-Yai, nel sud del Paese, nei quali morirono sei persone e altre 60 rimasero ferite. Il 20 febbraio 2006 l’Ahrc ha premiato in contumacia l’attivista per la sua battaglia a favore dei diritti umani. 

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