14/11/2006, 00.00
INDIA - CINA
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Si riaccende il contrasto tra Cina e India per i territori di confine

Da oltre 40 anni i due Stati rivendicano rispettivi territori. Scambio di dichiarazioni polemiche a pochi giorni dalla visita a Delhi del presidente Hu.

New Delhi (AsiaNews/agenzie) –  Alla vigilia della visita di Hu Jintao in India, si sta riaprendo la controversia tra i due Stati per il possesso di alcune zone di confine. "L'Arunachal è parte integrale dell'India e sono note le rispettive posizioni" di India e Cina, ha detto oggi Pranab Mukherjee, ministro indiano degli Affari esteri, in  una indiretta risposta a Pechino.

Ieri l'ambasciatore cinese Sun Yuxi, in un'intervista televisiva, aveva affermato che "l'intero Arunachal Pradesh è territorio cinese e Tawang è solo una parte di questo".

Critico anche S.K. Singh, governatore dell'Arunachal Pradesh, che ha definito "arrogante" questa posizione e "molto poco appropriato per un ambasciatore fare un simile commento".

Dalla guerra sino-indiana del 1962 i due Stati discutono l'esatto tracciato dei 3.500 km. di confine. New Delhi contesta il diritto di Pechino sopra 38mila mq di terreno arido, gelido e disabitato sull'altopiano tibetano che la Cina le ha tolto durante la guerra. La Cina, a sua volta, reclama 90mila mq di territorio nell'Arunachal Pradesh. In questa zona si trovano Tawang e il suo monastero, vestigia del buddismo Mahayana; qui è nato il sesto Dalai Lama, a dimostrazione –dice Pechino - che il distretto era parte del Tibet. Dal 1981 sono in corso colloqui ma con scarsi progressi. Nel 2005, durante la visita del premier cinese Wen Jiabao in India, sono stati ultimati i "Parametri politici e principi guida" per definire la controversia. Di recente esperti cinesi hanno chiesto la "restituzione" della zona di Tawang come precondizione per risolvere la disputa. Ma l'India ritiene la zona di sua proprietà e di importanza strategica come "porta" sulla regione himalayana. Si prevede che la questione sarà affrontata dal presidente Hu Jintao durante il viaggio a New Delhi che inizierà il 20 novembre.

Negli ultimi anni i due giganti mondiali, rivali storici, hanno iniziato a collaborare in settori come l'energia, la sicurezza e la difesa, mentre gli scambi commerciali crescono e si prevede arrivino a 20 miliardi di dollari Usa nel 2006. La Cina non nasconde l'ambizione di diventare entro pochi anni il primo partner commerciale dell'India, soppiantando gli Stati Uniti. Sono stati ripresi anche rapporti culturali, dopo 40 anni di profondo gelo, e il 2006 è stato dichiarato "Anno dell'amicizia" tra i due popoli. Il 6 luglio è stata riaperta dopo oltre 40 anni la ferrovia tra Lhasa in Tibet e Kolkata nello Stato di Sikkim che corre per il passo Nathu a 4.310 metri di altezza, antica via della seta dove per secoli sono passati la gran parte dei commerci tra i due Stati.

Ma la disputa di confine rimane una irrisolta fonte di contrasto. La Cina da decenni propone di cedere l'occidentale Aksai Chin (che copre il 20% del Kashmir) in cambio dell'orientale Arunachal Pradesh. Ma l'India ha dichiarato che nessuna "zona abitata" potrà essere oggetto di revisione e questo rende inaccettabile qualsiasi richiesta sull'Arunachal Pradesh. Intanto nel 2005 Pechino ha riconosciuto come territorio indiano il Sikkim, ex regno buddista. In cambio New Delhi ha cessato le proteste in sede internazionale sulla violazione dei diritti umani in Tibet. (PB)

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