18/03/2014, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka, la Chiesa contro l'arresto di un sacerdote e di un attivista: "Liberateli subito"

di Melani Manel Perera
Ferma condanna da parte del Christians Solidarity Movement (Csm) e della Catholic National Commission for Justice Peace and Human Development sulla detenzione per "terrorismo" di p. Praveen omi e Ruki Fernando.

Colombo (AsiaNews) - "Condanniamo questo arresto illegale e chiediamo al governo dello Sri Lanka, che si vanta di difendere i diritti degli oppressi, di rilasciare subito p. Praveen omi e Ruki Fernando. Ci dimostri che la libertà di cui parla esiste davvero". È l'appello lanciato oggi dal Christian Solidarity Movement (Csm), che ha indetto una conferenza stampa al Centre for Society and Religion di Maradana per chiedere il rilascio del sacerdote e dell'attivista per i diritti umani, arrestati per "terrorismo" due giorni fa. Gli fa eco anche la Catholic National Commission for Justice, Peace and Human Development, che in un comunicato separato ha definito l'arresto "disumano e arbitrario".

P. Praveen Maneshan, Oblato di Maria Immacolata che dirige il Centro per la pace e la riconciliazione (Cpr) di Jaffna, e Ruki Fernando, consigliere speciale del Centro per la documentazione sui diritti umani di Colombo, sono stati arrestati dopo aver visitato una comunità di Kilinochchi. Lì il 15 marzo scorso una donna tamil è stata arrestata insieme a sua figlia 13enne, con l'accusa di "dare rifugio a un criminale".

Il Csm ha ribadito che "p. Praveen Maneshan e Ruki Fernando non hanno fatto nulla di illegale o criminale. Hanno solo dato voce a quanti non ne hanno. Il loro è un impegno umanitario. Da anni lavorano per i diritti della popolazione, senza distinzioni di razza, credo o provenienza".

P. George Sigamoney, segretario esecutivo della Catholic National Commission for Justice, Peace and Human Development, ha dichiarato: "Chiediamo alle autorità di fornire loro libero accesso agli avvocati e di condurre indagini trasparenti".

Alla conferenza stampa indetta dal Csm sono intervenute diverse personalità della società civile e del clero cattolico locale, impegnate nella difesa dei diritti umani. Tra i tanti anche p. Marimuttu Sathivel, che ha sottolineato: "Attraverso questo modo di agire il governo cerca di dire al mondo che i terroristi tamil esistono ancora, hanno i loro sostenitori, e per questo è necessaria la presenza dei militari nelle province del nord e dell'est". 

 

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