03/07/2009, 00.00
SRI LANKA
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Sri Lanka: minacce di morte ai redattori del principale giornale tamil di Jaffna

di Melani Manel Perera
Un gruppo sconosciuto, che si firma Tamil United Force to Safeguard the Country, ha intimato la chiusura al giornale, il più venduto della Northern province, spesso critico verso i partiti tamil che sostengono il governo del presidente Rajapakasa.
Colombo (AsiaNews) - Minacce di morte alla redazione dell’Uthayan, il principale quotidiano in lingua tamil della penisola di Jaffna, nel nord dello Sri Lanka. Un gruppo sinora sconosciuto, che si definisce Tamil United Force to Safeguard the Country, ha recapitato al giornale un messaggio in cui intima a tutti i dipendenti di dimettersi entro la fine di giugno altrimenti “saranno soggetti a pena di morte”. Ora all’Uthayan lavorano sotto la protezione dei militari che piantonano la zona, ma “più della metà dei dipendenti - afferma E. Saravanapavan, direttore amministrativo del giornale - non sta venendo più al lavoro per paura”.
 
L’episodio rappresenta l’ennesimo caso in cui sono protagonisti giornalisti minacciati di morte, fenomeno ormai frequente nello Sri Lanka. Tuttavia non è solo il tema della libertà di stampa a rendere la vicenda dell’Uthayan argomento di discussione e polemiche tra la società civile. Il quotidiano infatti è l’unico organo di stampa di rilievo della Nothern province ad essere sopravvissuto agli anni della guerra ed è il più venduto. Inoltre esso è considerato una voce della popolazione del nord e diversi commentatori sottolineano le sue posizioni critiche verso i partiti tamil che sostengono il governo del presidente Mahinda Rajapaksa.
 
AsiaNews ha raccolto tra la popolazione alcuni commenti. Tutti gli intervistati hanno chiesto di non essere menzionati per il timore di pagare le conseguenze delle loro opinioni; in alcuni casi non hanno rivelato nemmeno i loro nomi preferendo il totale anonimato.
 
“La vicenda dell’Uthayan è davvero fastidiosa - afferma uno di loro - in particolare perché sono state indette elezioni a Jaffna e Vavunyia e la gente ha bisogno di conoscere i diversi punti di vista. Nel Paese vige un sistema democratico e non ci possono essere differenze tra nord e sud”.
 
Il legame tra le minacce al giornale e le imminenti elezioni nella Nothern province ricorre nelle opinioni delle persone. “Si tratta di un gioco politico - dice un uomo di Colombo - e non dobbiamo dimenticare il rogo alla biblioteca di Jaffna del 1981 [l’incendio, preceduto e seguito da scontri tra singalesi e tamil, preannunciò l’inizio della guerra civile due anni dopo - ndr]. Tutti sanno cosa accadde alla pace del Paese dopo quell’incidente: abbiamo dovuto convivere con il terrore per quasi 30 anni. Da quel fatto dobbiamo trarre insegnamento. Ora noi singalesi ed il governo dobbiamo proteggere i pieni diritti della popolazione del nord”.
 
Un altro intervistato afferma: “ La libertà di stampa è sotto attacco nel nostro Paese. A Colombo ci sono molte associazioni, organizzazioni dei media, politici, giornalisti e attivisti per la difesa dei diritti umani che possono organizzare dimostrazioni, picchetti e sathayagrah per manifestare la protesta. Il problema è che quando capita qualcosa che colpisce i tamil in modo diretto essi non si mobilitano immediatamente. Sono già passati alcuni giorni dalle minacce contro l’Uthayan, ma non è stato organizzato ancora nulla. E questo è davvero un peccato!”.
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