09/05/2020, 10.48
SRI LANKA
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Sudhara, 16 anni: Ho passato gli esami. L’avevo promesso a mio padre, ucciso nelle bombe di Pasqua

di Melani Manel Perera

Il papà di Sudhara, Sudheera Fernando, 48 anni, è una delle vittime della chiesa di san Sebastiano a Katuwapitiya (Negombo). Il figlio ha superato lo shock e sostiene la famiglia. “Abbiamo sperimentato il grande amore di Gesù per noi”.

Negombo (AsiaNews) – La settimana scorsa Sudhara Fernando è corso alla tomba di suo padre non appena ha ricevuto i risultati dei suoi esami scolastici. Ha ringraziato Gesù per averlo guidato a sopportare il dolore per la perdita di suo papà, e anche i suoi insegnanti per averlo sostenuto.

Sudhara Fernando ha 16 anni, è studente al Maris Stella College e frequenta la parrocchia di san Sebastiano, nel villaggio di Katuwapitiya (Negombo), dove lo scorso anno a Pasqua è avvenuto un attacco terroristico.

Nell’attacco, Sudhara ha perso suo padre, Sudheera Fernando, 48 anni. Alla messa di Pasqua del 2019, vicino a suo papà vi erano anche la madre, Geetha, 42 anni, e suo fratello Elisha di 12 e sua sorellina Feona Angel di 11.

Pur essendo ancora un adolescente, ma pure il figlio più grande, Sudhara ha promesso davanti al corpo smembrato di suo padre di prendersi cura della famiglia. E ha fatto anche tre voti.

“Ho promesso – dice – di avere buoni risultati all’esame; poi che sarei diventato membro della squadra nazionale di cricket; e terzo che avrei lavorato alle Sri Lankan Airlines, come ha fatto il mio Thaththi (padre)”.

“All’esame ho ottenuto buoni risultati (1-B, 3-C, 5-S9), anche se non il massimo, ma sono soddisfatto. Ora voglio andare avanti negli studi superiori e prendere il ramo di contabilità”.

Sudhara è grato anche verso i suoi professori: il prof. Chathuranga, che gli ha dato lezioni supplementari di matematica, e il prof. Chamikara, che gli insegnava il singalese.

Geetha Appuhamy, la madre, racconta ad AsiaNews di avere pianto quando sono giunti i risultati degli esami del figlio: “Pur nella nostra situazione, pur nello stress mentale di mio figlio, vi è stato un buon risultato. Abbiamo sperimentato il grande amore di Gesù per noi. I padri della parrocchia, il card. Ranjith, le suore, ci sono stati sempre vicini. Siamo grati a Gesù, anche se abbiamo perso un membro della nostra famiglia”.

“Il giorno dei risultati – continua Geetha – siamo andati a condividere questa vittoria alla tomba di mio marito, portando fiori alla sua tomba e parlando con lui”.

Prima degli esami, anche Sudhara andava a visitare la tomba di suo padre ogni giorno, per chiedergli forza.

“Mio padre mi ha aiutato in tutto – dice – e io voglio rendere felice l’anima di mio papà, studiando bene, vivendo bene e facendo buone cose”.

Sudhara vuole lanciare un messaggio ai suoi coetanei: “I nostri genitori sono quelli che ci amano di più e in modo vero. Per questo non dovremmo scoraggiarli e farli piangere. Dobbiamo invece sempre ascoltarli e amarli”.

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