13/05/2018, 05.06
INDONESIA
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Surabaya, bombe in tre chiese: almeno otto morti e 38 feriti

di Mathias Hariyadi

Un attacco suicida ha colpito la chiesa cattolica di St. Mary Immaculate. Qualche minuto dopo, un'altra esplosione è avvenuta presso l’edificio della Chiesa cristiana d'Indonesia (Gki). L’ultima esplosione è avvenuta presso la chiesa pentecostale di Jalan Arjuna. Sventato dalla polizia l'attacco alla cattedrale del Sacro Cuore di Gesù.

Jakarta (AsiaNews) – Almeno otto morti e 38 feriti: è il primo bilancio delle esplosioni avvenute intorno alle 7 di questa mattina in tre diverse chiese di Surabaya, capoluogo della provincia di East Java. Wisnu Sakti Buana, vicesindaco della città, afferma che la polizia ha arrestato uno degli attentatori, che stava per attaccare il quarto obiettivo: la cattedrale del Sacro Cuore di Gesù.

Un attacco suicida ha colpito la chiesa cattolica di St. Mary Immaculate nel quartiere di Ngagel (foto). La bomba è esplosa all’ingresso della parrocchia prima della messa delle 7.30, mentre i fedeli stavano entrando nella chiesa. I rapporti iniziali riferiscono di tre persone morte: un parrocchiano, un poliziotto e l’attentatore; almeno 13 persone sono rimaste ferite.

Qualche minuto dopo, un'altra esplosione è avvenuta presso l’edificio della Chiesa cristiana d'Indonesia (Gki) di Diponegoro, anch'esso nel centro di Surabaya; due sono le vittime. A distanza di alcuni minuti, un'altra bomba è esplosa presso la chiesa pentecostale di Jalan Arjuna, causando la morte di una persona.

Al momento il governo non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale, ma il portavoce della polizia di East Java Frans Barung Mangera rivela ai media locali che “è in corso l’identificazione delle vittime”. Il capo ispettore generale della polizia di East Java, Machfud Arifin, riferisce che, secondo le indagini preliminari, gli attentati sono stati compiuti da kamikaze che hanno usato separatamente motocicli o automobili. Analisti sollevano i timori che anche altre chiese del Paese possano essere attaccate nelle prossime ore.

In Indonesia, Paese islamico più popoloso al mondo, i cristiani rappresentano circa il 10% della popolazione. I protestanti sono 17milioni, i cattolici 7milioni (il 3% degli indonesiani). Essi sono spesso obiettivo delle minacce di estremisti e terroristi. Alla vigilia di Natale del 2000, attacchi dinamitardi contro 11 chiese sparse per il Paese hanno ucciso 13 persone e ne hanno ferite altre 100. Il 22 luglio 2001, nella parrocchia di St. Anna a Duren Sawit (East Jakarta) una bomba ha causato cinque morti e una decina di feriti.

Gli attacchi di oggi seguono di qualche giorno la rivolta nel centro di detenzione presso il quartier generale della Brigata mobile della polizia nazionale (Mako Brimob) a Kelapa Dua, reggenza di Depok (West Java). Durante i disordini creati da un gruppo prigionieri legati allo Stato islamico (Is) hanno perso la vita cinque agenti di polizia ed un detenuto. Ieri, nei pressi della struttura le forze di sicurezza hanno arrestato due giovani donne, accusate di voler pugnalare con delle forbici un poliziotto di guardia.

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