24/09/2018, 08.55
IRAN
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Teheran accusa separatisti arabi (e Usa) per l’attacco alla parata militare

Nell’attentato sono morte 29 persone, almeno 57 i feriti. Il gesto rivendicato dall’Isis e dal gruppo Al-Ahwazi. Rouhani: “Mercenari di Saddam che hanno cambiato padrone e godono del sostegno di Washington". Ambasciatrice Usa all’Onu: l’Iran deve “guardarsi allo specchio”. 

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha accusato i separatisti arabi di essere gli autori dell’attacco alla parata militare del 22 settembre scorso ad Ahvaz, nel sudovest del Paese, in cui sono morte 29 persone. Circa 60 i feriti. Per il capo dello Stato dietro l’attentato - rivendicato dallo Stato islamico (SI, ex Isis) e da un movimento arabo separatista - vi sarebbe una non meglio specificata nazione del Golfo che gode del sostegno degli Stati Uniti.

L’attentato è avvenuto nel contesto delle celebrazioni per l’anniversario dell’invasione irakena, che ha dato inizio alla guerra fra Teheran e Baghdad negli anni ’80. In risposta, il governo iraniano ha convocato gli ambasciatori di Danimarca, Olanda e Regno Unito i quali avrebbero ospitato elementi appartenenti al gruppo “sospettato” di aver colpito alla parata. 

Fonti ufficiali e testimoni locali affermano che gli assalitori (quattro in totale) indossavano uniformi dell’esercito iraniano; essi avrebbero aperto il fuoco utilizzando armi che avevano nascosto, in precedenza, in un vicino parco. 

All’indomani dell’attacco i jihadisti dello Stato islamico hanno diffuso attraverso il loro canale ufficiale Amaq una rivendicazione ufficiale; nel filmato si vedono tre uomini con indosso le divise dei Guardiani della Rivoluzione, mentre si dirigono verso il luogo dell’attentato. Tuttavia, rivendicazioni sono giunte anche dal gruppo separatista arabo Ahwazi Democratic Popular Front (Adpf, Al-Ahwazi). 

Ahvaz è il capoluogo della provincia del Khuzestan, area di frontiera ricca di petrolio, abitata da una forte comunità araba (sunnita) di oltre tre milioni di persone, in prevalenza sunnite. Da tempo esse accusano le autorità centrali sciite di discriminazioni; negli ultimi anni si sono registrati diversi attacchi di gruppi separatisti contro strutture petrolifere. 

In precedenza, tra il 2005 e il 2006 nell’area si sono verificati violenti disordini, seguiti da attentati dinamitardi attribuiti a gruppi separatisi arabi, che hanno causato 28 morti e 225 feriti. Proprio da quella zona è partito il tentativo di Saddam Hussein di invadere l'Iran reduce dalla Rivoluzione degli ayatollah, approfittando del presunto sostegno di tribù arabe.

Intervenendo alla tv di Stato alla vigilia della partenza per New York, dove parteciperà all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Rouhani ha dichiarato che è “chiarissimo chi ha fatto questo”. “Quanto hanno perpetrato questa catastrofe - aggiunge - sono mercenari di Saddam fino a che era in vita, e che ora hanno cambiato i loro padroni”. E uno degli Stato a sud del Golfo persico “si è assunto la briga di soddisfare i bisogni a livello finanziario, politico e delle armi”. “Sono nazioni mercenarie - conclude Rouhani - sostenute dall’America”. 

Immediata la replica degli Stati Uniti per bocca della rappresentante diplomatica all’Onu. Secondo Nikki Haley, fra i falchi anti-Teheran dell’amministrazione Trump, l’Iran deve “guardarsi allo specchio” quando cerca le cause dell’attacco alla parata militare. Il presidente Rouhani, ha aggiunto la capo-missione Usa alle Nazioni Unite, da troppo tempo “opprime il suo popolo”. 

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